Valentino: «Altro che vilipendio: il reato semmai è contro Berlusconi…»
Telefonata sì, telefonata no, vilipendio al capo dello Stato, notizia, non notizia: gli ingredienti del nuovo attacco all’uomo nero della politica italiana da almeno vent’anni, Silvio Berlusconi, ci sono tutti. L’attenzione mediatica (e non solo) dedicata all’ex premier è anche in questo caso veramente sproporzionata. L’ultima vicenda è nota: nel corso della trasmissione Piazzapulita Corrado Formigli lunedì sera ha divulgato il contenuto di una telefonata privata di Berlusconi con un senatore del Pdl, telefonata carpita in cattiva fede e con la consapevolezza che il contenuto non era stato “offerto” da Berlusconi a chi l’aveva surrettiziamente e nascostamente registrata. Poiché in questa conversazione Berlusconi voleva sapere se fosse vero che il presidente Giorgio Napolitano avesse fatto pressioni sulla Cassazione in merito alla “guerra di Segrate”, il Quirinale è andato su tutte le furie e ha replicato smentendo ovviamente il fatto ma utilizzando toni solitamente non consueti.
Abbiamo chiesto al senatore Giuseppe Valentino, avvocato, sottosegretario alla Giustizia nel secondo e terzo governo Berlusconi, più volte componente la commissione Giustizia di Palazzo Madama, come si dovesse inquadrare questa ennesima “bomba” scoppiata sul cammino del leader del Pdl.
Senatore Valentino, in questa vicenda, come in altre, si perde di vista il punto centrale, ossia il reato. Ma poi c’è un reato?
Certamente non lo ha commesso Silvio Berlusconi, mi pare abbastanza chiaro al quale non è possibile imputare proprio nulla. Così come mi pare chiaro che il reato ci sia.
E qual è?
È quello di chi consapevolmente ha “ricettato” una conversazione carpita – ossia non offerta da nessuno – e poi la ha divulgata. E questo è un atto illecito. La conversazione in questione poi, senza entrare nel merito, è piena di “dovrebbe”, “credo”, “mi hanno riferito”, è vero che…”, cosa che mette in secondo piano l’argomento della conversazione stessa.
Quindi la “sfuriata” fatta dal Quirinale contro Berlusconi, non aveva ragion d’essere…
Stavolta mi pare proprio di no. Il Colle non se la sarebbe dovuta prendere con Berlusconi, che non ha fatto nulla, ma con chi ha divulgato una presunta notizia carpita per di più con l’inganno. Ed è strano, perché in passato il Quirinale si è sempre comportato in maniera saggia ed equilibrata, anche nei toni.
Anche se non è un’intercettazione in senso stretto, si può affermare che la privacy di Berlusconi è stata violata?
Assolutamente sì, questo è il fatto più incontrovertibile di tutta la vicenda. Ora l’ex presidente del Consiglio potrà avviare tutte le procedure che i suoi legali riterranno opportune per censurare questi comportamenti.
Cosa non si farebbe per un po’ di audience in più… Qual ‘è la sua impressione su quest’ennesima aggressione al leader del Pdl?
La mia impressione? Che si sente davvero tanto la mancanza di D’Ambrosio, del suo equilibrio e della sua cultura giuridica…