Berlusconi: «I nostri avversari brindano, perché mi fucilano. Ma io non mi arrendo»

27 Nov 2013 17:19 - di Antonio Pannullo

Mentre a Palazzo Madama si preparava la ghigliottina per Silvio Berlusconi, c’era tanta gente ad aspettarlo davanti Palazzo Grazioli. E lui non si è fatto attendere: mentre suonava l’Inno di Mameli, è salito sul palco, vestito sportivamente, e per prima cosa ha ringraziato tutti per l’affetto che da anni gli viene dimostrato. «Si sono scagliati anche contro questa manifestazione, che è legittima e pacifica, perché noi non viviamo nell’invidia e nell’odio», ha detto. E ha proseguito: «È un giorno triste, oscuro. Abbiamo già passato periodi come questo, come nel 1994, quando una magistratura di estrema sinistra che si è data come missione quella di essere la via giudiziaria al socialismo, mi costrinse a dimettermi dal governo». Berlusconi ricostruisce la vicenda: «Fu solo l’inizio dei 57 processi che mi hanno gettato addosso. In nessun Paese mai è successo che un leader politico abbia dovuto subire una simile persecuzione. Tuttavia abbiamo lottato, ci siamo difesi e per 41 processi siamo riusciti a venirne fuori senza alcuna condanna. E quindi hanno cambiato strategia: non bastavamo più i pm di magistratura democratica, ma occorreva che tutti i collegi fossero contro di me. Chiaramente sono cominciate a fioccare le condanne, e per giunta battendo ogni record di velocità, e sono arrivati immediatamente in Cassazione pur di condannarmi». «La mia condanna è basata solo su teoremi e congetture, e non su documenti, fatti, testimoni. Facendo questo sono state capovolte due sentenze della corte costituzionale che per ben due volte mi avevano assolto con formula piena. E con questa sentenza che grida vendetta al cielo il Senato si è precipitato a farmi decadere. E pensare che i casi precedenti avevano richiesto 14 mesi di tempo, mentre per il mio caso sono bastate tre settimane…». Berlusconi ha anche censurato il fatto che il voto al Senato sia fatto con voto palese anziché segreto, come prevede la normativa. L’ex premier ha annunciato il ricorso e si è detto certo che alla fine ci sarà un capovolgimento, e lui sarà assolto. E ha concluso rincuorando, lui, i suoi sostenitori: «Oggi brindano i nostri avversari, perché mi fucilano, come volevano fare da vent’anni ma non credo che la partita sia finita. Non mi ritirerò, starò qui e staremo qui. on disperiamoci se non sono più al parlamentare, perché anche fuori dal parlamento si può continuare a battersi per la libertà». Berlusconi ha poi esaminato la situazione dell’Italia, oggi ingovernabile. Il presidente del Consiglio non ha potere, il consiglio dei ministri nemmeno, a causa della lentezza dei procedimenti. Per questo, ha detto, occorre fare al più presto le riforme costituzionali per far ripartire questa nazione: «Dovremo convincere i moderati a imparare a votare e a non frazionare il loro voto. Solo avendo la maggioranza potremo cambiare la Costituzione a far funzionare questo Paese, a cominciare dall’elezione diretta del capo dello Stato». Berlusconi ha poi rilanciato Forza Italia, dando anche una stoccatina a quelli che se ne sono andati («noi non tradiremo mai i nostri elettori»), dando «appuntamento a tutti l’8 dicembre per festeggiare i primi mille club che stanno aprendo in Italia».

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