“Comunisti di tutta la Cina unitevi” (per non fare la fine dell’Urss): il partito si barrica

18 Nov 2013 16:30 - di Antonio La Caria

“Aprite i libri, guardate i filmati e cercate di evitare il crollo perché le riforme saranno pure necessarie (anzi, un male necessario) ma per per noi la priorità è il Partito e il marxismo. E non dobbiamo essere spediti a casa”. Sono le parole d’ordine del presidente cinese Xi Jinping, che ha ordinato a tutti i funzionari del Partito comunista di studiare un video intitolato “In ricordo del collasso del Partito comunista e dell’Unione Sovietica”, prodotto dalla potente Commissione disciplinare del Partito in collaborazione con due istituti di ricerca, l’Accademia delle scienze sociali e il Centro di ricerca sul socialismo nel mondo. Il video indica in Mikhail Gorbaciov, per aver introdotto riforme democratiche, e in Boris Yeltsin, per le privatizzazioni che avrebbe promosso con eccessiva precipitazione, i responsabili del crollo dell’Urss. Il South China Morning Post ricorda un vecchio slogan cinese secondo il quale “l’Urss di oggi è la Cina di domani”. «Dal crollo del regime comunista e dell’Unione Sovietica – commenta il giornale – quel vecchio slogan è diventato una sinistra profezia che minaccia i leader della Cina comunista». Lo stesso Xi, in un discorso tenuto recentemente ai dirigenti del Partito, avrebbe affermato che il Partito comunista dell’Unione Sovietica è crollato perché «i suoi ideali e le sue convinzioni hanno vacillato». Come dire che non c’è stato nessun tramonto delle ideologie, ma solo un errore tattico da parte di chi allora era al vertice dell’Urss. E in Cina non vogliono commettere errori- E peggio per chi non è d’accordo.

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