Concorsone, l’ultimo scivolone di Marino mette a rischio la giunta e il bilancio. Alemanno: “Così non va…”

19 Nov 2013 12:44 - di Gloria Sabatini

La toppa del sindaco Marino è peggiore del buco. Il via libera al maxi-concorso pubblico,  dopo il blocco e la minaccia di far saltare tutto, fa definitivamente perdere la pazienza ai migliaia di candidati rimasti in stand-by dopo gli scritti e ai sindacati. I pasticci del chirurgo ligure ormai non si contano più e questo è solo l’ultimo inciampo. “Caro sindaco, così non va”, Gianni Alemanno, accolto ieri in Campidoglio tra gli applausi dei concorzisti, chiede un bagno d’umiltà al suo successore: «Con il maxiconcorso – scrive in una lettera aperta su il Tempo – il sindaco sta riproponendo lo stesso schema del pastrocchio della metro C, la nomina del comandante dei vigili urbani, la discarica di Falcognana e, in larga parte, la pedonalizzazione dei Fori Imperiali». Alemanno denuncia «la superficialità e l’arroganza con cui è stata gestita l’amministrazione in questi sei mesi». È giunto il tempo di farci tutti un bagno di umiltà e di rimettere in moto l’Assemblea Capitolina – scrive – non per inseguire le sue idee utopistiche ma per dare risposte ai romani. Poi punta il dito nella piaga: manca una settimana alla presentazione del bilancio e 12 giorni alla scadenza del termine ultimo per approvarlo. «Lei, il Pd e i vostri alleati dovete dare una risposta alla città. Perché in un modo o nell’altro è tempo di segnare una svolta: così non possiamo andare avanti».

Nei giorni scorsi la protesta dei candidati è stata un tsunami per Marino e la sua giunta sempre più indebolita dai salti nel vuoto del primo cittadino. «Non possiamo buttare 3-4 anni della nostra vita – ha detto una donna furiosa – c’é gente che deve fare gli orali martedì, gente che ha già superato gli orali. Noi abbiamo studiato». «Ho sputato sangue per anni per studiare per quel concorso, soldi, tempo e ce l’avevo pure fatta a entrare in graduatoria… Qui state scherzando con la vita delle persone». Quello di Emanuele è uno dei tanti commenti comparsi nei giorni scorsi sulla bacheca Facebook del sindaco sull’ipotesi di irregolarità del concorso e avviato nel 2010, che racchiude ventidue concorsi per la ricerca di 1.995 figure professionali, dagli architetti ai bibliotecari, per cui hanno fatto domanda 300mila persone e in 30mila hanno affrontato le prove scritte.  «Voglio essere certo che tutto sia fatto nel modo più rigoroso possibile» aveva risposto il sindaco in nome della trasparenza. Ma tra i candidati dilaga l’amara sensazione di essere stati presi in giro. Il sospetto è che dietro la denuncia di Marino ci possa essere il progetto di annullare le assunzioni per procedere alla stabilizzazione dei precari e degli amici degli amici.

Non si contano le ripercussioni politiche:  in tanti, e non solo nelle file dell’opposizione, cominciano a scommettere che Marino non arriverà a Natale. Il bilancio capitolino, in aula da lunedì prossimo, potrebbe diventare l’ultima e definitiva buccia di banana. Tutto deve essere chiuso entro il 30 novembre, pena il commissariamento. Nel centrodestra, finora dialogante e collaborativo, in queste ore sta prevalendo la linea dura. Persino le “colombe”, come Sveva Belviso che dovrebbe confluire nel nuovo partito di Alfano, sono pronte per andare allo sontro. Fabrizio Ghera, di Fratelli d’Italia, denuncia i continui stop and go. «Dopo due giorni al cardiopalma per migliaia di partecipanti, ora il Campidoglio torna indietro facendo, oltre  al pasticcio, pure la frittata. Premesso che le eventuali irregolarità vanno denunciate alla magistratura, abbiamo sempre detto che la procedura doveva e deve proseguire. Marino incapace si dimetta, e prima di lui il vicesindaco Nieri».

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