Doris Lessing, la scrittrice che sostenne la sfida delle donne rifiutando l’etichetta di “femminista”

18 Nov 2013 10:48 - di Guglielmo Federici
La scomparsa, domenica scorsa, della scrittrice britannica Doris Lessing lascia un vuoto nella grande letteratura. Il premio  Nobel ricevuto nel 2007 a 88 anni la colse di sorpresa. Indimenticabile la sua battuta non appena ricevette l’annuncio: «Oh Cristo», reagì, trovando giornalisti e fotografi di fronte alla sua porta di casa, nel West Hampstead di Londra. Era l’undicesima donna a vincere il più importante premio letterario ed il più anziano autore ad essere premiato. «Ho 88 anni e non possono dare il Nobel a qualcuno morto, così credo che abbiano pensato che fosse meglio darmelo ora». Il gusto dell’ironia, la schiettezza e il suo anti-divismo hanno costituito uno stile inconfondibile a ammirato. Autrice prolifica, ha scritto oltre 50 opere che spaziano dalla politica alla fantascienza, alla sfida delle donne. Tra i suoi capolavori, il “Taccuino d’oro”, “L’erba canta”, “Memorie di una sopravvissuta”, “L’estate prima del buio”. Amante dei gatti, come T. S. Eliot, ha scritto su di loro numerosi libri. Nata in Iran, cresciuta nello Zimbabwe, dove è ambientato “L’erba canta” (1950), da oltre cinquanta anni viveva a Londra.  Il Taccuino d’oro del 1962 è considerato il suo capolavoro e definito una sorta di “bibbia del femminismo”, etichetta che le andava stretta. Non accettò mai di trasformarsi in un simbolo legato alle ideologie. Disse a Lesley Hazelton del New York Times in un’intervista del 1982: «Ciò che le femministe vorrebbero da me è qualcosa che loro non hanno preso in considerazione, perché viene dalla religione. Vogliono che sia loro testimone. Quello che veramente chiedono è che dicessi: sorelle, starò al vostro fianco nella lotta verso il giorno in cui quegli uomini bestiali non ci saranno più. Veramente vogliono che si facciano affermazioni tanto semplificate sugli uomini e sulle donne? In effetti, lo vogliono davvero. Sono arrivata con grande tristezza a questa conclusione». Colsero meglio la sua vicinanza anti-ideologica alle  donne gli accademici di Svezia che la premiarono come «cantrice dell’esperienza femminile che con scetticismo, passione e potere visionario ha messo sotto esame una civiltà divisa». Ma è pur vero che la Lessing è anche l’autrice di romanzi di fantascienza come “Discesa all’inferno”, di uno dei più impietosi esperimenti di autoanalisi come “Il diario di Jane Sommers”, de “La brava terrorista”, delle quattro storie raccolte ne “Le Nonne”, da una delle quali la regista Anne Fontaine ha tratto il film Two Mothers con Naomi Watts e Robin Wright. A gennaio 2014 uscirà per Fanucci un suo libro inedito in Italia: “Shikasta” del 1979, il primo romanzo del ciclo fantascientifico “Canopus in Argos”. La sua scomparsa è giunta come uno shock per molti, nonostante l’età dell’autrice, scrive il Guardian, rilevando come una valanga di tributi e reazioni stia inondando Twitter e Fb.

Nel 2001 ha ricevuto il Premio Príncipe de Asturias nella categoria Letteratura per le sue opere in difesa della libertà e del Terzo Mondo e il Premio Grinzane Cavour. Ha ricevuto anche il prestigioso David Cohen British Literature Prize.

 

 

 

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