Forza Italia vota contro la fiducia: la legge di stabilità è un inganno

26 Nov 2013 19:12 - di Desiree Ragazzi

Lo strappo è arrivato: Forza Italia passa all’opposizione del governo Letta. E lo fa sulla legge di stabilità annunciando il no alla fiducia posta dal governo sul maxi-emendamento. «Non ci sono più le condizioni perché Fi stia in maggioranza», dice il capogruppo di Fi al Senato, Paolo Romani, durante una conferenza stampa assieme al collega della Camera, Renato Brunetta. «Il maxi-emendamento – spiegano Romani e Brunetta –  è totalmente irrecevibile. Oggi è finito il governo delle larghe intese, si chiude una fase e si apre un nuovo capitolo nella politica italiana». Una decisione che per Angelino Alfano poteva essere evitata: «Avevamo detto e ripetiamo che è sbagliato sabotare il governo e portare il Paese al voto, per di più con questa legge elettorale, a seguito della decadenza di Berlusconi. La legge di stabilità è una scusa che non regge di fronte alle difficoltà del Paese». Ma la strada del governo ormai è tracciata. Della decisione, presa durante la riunione dei gruppi di Camera e Senato, sono stati messi al corrente sia Napolitano che Letta: «Abbiamo deciso di uscire da questo governo, ma prima di annunciarlo in conferenza stampa abbiamo avvertito il presidente della Repubblica che ci ha concesso un’attenzione di cui lo ringraziamo e il premier, che ci ha risposto invece dopo l’incontro con Putin». Incalza Romani: «Era doveroso che Napolitano conoscesse la nostra decisione di uscire dal governo. E mi auguro che Letta abbia la sensibilità di salire al Quirinale per trarre le conseguenze del nostro gesto».  I motivi sono noti da tempo: «Il governo sulla legge di stabilità si è di fatto sottratto al confronto. Ancora non si conosce con esattezza il maxi-emendamento. Non è stato più rispettato il principio di condivisione e di codecisione che ha sorretto questa maggioranza fino ad ora. Il governo ha ritenuto di non doverci rispondere su una serie di nostre richieste tra cui le tasse sulla casa e il cuneo fiscale».  Oggi, racconta Brunetta, «abbiamo avuto una riunione congiunta dei gruppi alla Camera in cui abbiamo esaminato tutti i vari temi legati alla legge di stabilità. E abbiamo evidenziato come alle nostre dieci grandi aree emendative da noi sottolineate non sia stata data alcuna risposta. Sul tema dell’Imu e della casa – insiste – stanno facendo il gioco delle tre carte. Stanno mettendo in piedi una vera e propria patrimoniale. Sulla tassazione complessiva della casa l’impegno preso dal governo è stato disatteso. E l’accordo su questo tema era uno degli elementi portanti delle nostre richieste. E tutto questo ovviamente – afferma l’esponente di Fi – non può non avere conseguenze. Starà ora alla saggezza del presidente del Consiglio e del presidente della Repubblica valutare il da farsi alla luce della nostra decisione. La scelta di Forza Italia  non può non avere conseguenze sul piano del governo». Durante la conferenza stampa viene affrontato anche il tema della legge elettorale. I due capigruppo spiegano che Forza Italia attende «la pronuncia della Consulta il 3 dicembre. Ma se il premio verrà dichiarato incostituzionale, duecento deputati rischiano di venire ridistribuiti tra i vari gruppi perché non c’è stata ancora la loro convalida». Alla Camera, infatti, prosegue Brunetta, «non sono ancora stati convalidati tutti gli eletti per via di un conflitto in corso tra due Regioni su un seggio. Se la Consulta dovesse dichiarare incostituzionale il premio di maggioranza duecento deputati, tra cui tutti gli eletti di Sel, dovrebbero venire ridistribuiti tra gli altri gruppi. E questo – sottolinea Brunetta – credo che sia una questione che la Corte costituzionale sta tenendo ben presente. Sempre che il 3 dicembre la Consulta non decida di rinviare ancora». Su quale però sarà l’atteggiamento di Forza Italia in commissione Affari costituzionali del Senato sulle varie ipotesi di riforma della legge elettorale, Romani non si sbilancia. «Decideremo il da farsi volta per volta… ».

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