Gli alfaniani arruolano l’ex direttore di “Avvenire”, quello del “metodo Boffo” utilizzato da Feltri per difendere il Cav
Uno degli applausi più calorosi per i relatori del convegno organizzato a Milano come “Laboratorio di idee per il Nuovo Centrodestra”, è stato riservato questa sera a Dino Boffo, l’ex direttore di Avvenire che fu costretto a dimettersi nel 2009 per una campagna di stampa contro di lui e che oggi pomeriggio ha preso parte all’ultima tavola rotonda della giornata prima dell’intervento conclusivo del vicepremier Angelino Alfano. Boffo, introdotto dal ministro Gaetano Quagliariello, ha ringraziato per il lungo applauso della platea e ha poi spiegato che ”la gente ha comprensibilmente sete di novità” e ”questa voglia di novità potrebbe essere una carta vincente” per l’Ncd che ha lasciato Berlusconi e che secondo Boffo dovrebbe ”giocarsi fino in fondo questa scelta”. Insieme a Boffo, sul palco anche Antonio Polito, Ugo Magri e Luca Ricolfi.
L’ex direttore di Avvenire, che scrisse alcuni editoriali molto pesanti contro Berlusconi, il 28 agosto del 2009 fu preso di mira da Vittorio Feltri sul Giornale diretto da lui e Alessandro Sallusti, accusato di essere “incoerente” perché un documento – presentato come un’informativa della polizia – raccontava che era stato querelato da una signora di Terni destinataria di telefonate sconce volte a intimidirla perché lasciasse libero il marito con il quale il Boffo, omosessuale, avrebbe avuto una relazione. L’autenticità del documento fu poi smentita dal gip di Terni ma risultò che Boffo nel 2004 era stato effettivamente condannato per il reato di molestia alle persone, anche se il giornalista si dichiarò innocente, per poi rassegnare le dimissioni dalla direzione di Avvenire. Poi arrivarono le scuse di Feltri e la sospensione del giornalista per tre mesi dall’Ordine.