Il Cav: «Domani in piazza è solo l’inizio: non per me, ma per il Paese». Ed è già campagna elettorale

26 Nov 2013 13:50 - di Redazione

Alla vigilia del voto sulla decadenza e all’indomani della presentazione delle “carte americane” sul processo Mediaset, Silvio Berlusconi va all’attacco con un’intervista che suona come l’avvio di una nuova campagna elettorale. «Domani scendono in piazza tutti i cittadini consapevoli di quello che sta avvenendo, che sono preoccupati, che non lo fanno per difendere me, ma che hanno a cuore il futuro del Paese e la nostra libertà», ha detto a proposito della manifestazione che domani si terrà sotto Palazzo Grazioli, in un’intervista a Studio Aperto. «Credo che sia assolutamente legittima e pacifica e sia solo l’inizio», ha aggiunto, scagliando poi un attacco a testa bassa al governo Letta. «L’ho fortemente voluto», ma «aveva tre missioni e le ha fallite tutte», ha detto il Cavaliere. La prima missione era «la pacificazione nazionale». La seconda, «fare finalmente, grazie all’inedita collaborazione tra centrodestra e centrosinistra, le grandi riforme istituzionali necessarie per ammodernizzare il nostro Paese». La terza, «la ripresa economica, che non si aggancia però se non con una politica di sviluppo e crescita e non con una politica di sinistra come questa del tassa e spendi». Se a questo giudizio si aggiunge il passo dell’uscita di Forza Italia dalla maggioranza, che salvo sorprese dovrebbe essere formalizzata nel pomeriggio di oggi, è evidente che per il Cavaliere e i suoi parlamentari l’esperienza del governo delle larghe intese è ormai a un passo dalla fine. Berlusconi ha ribadito anche che nel futuro politico dell’Italia, decadenza o no, lui ci sarà per continuare «a difendere quello che io ritengo il primo dei diritti e cioè la libertà». «Lo farò con orgoglio», ha aggiunto, spiegando di aver incassato la solidarietà di Putin che «è rimasto scandalizzato e molto sorpreso dal fatto che il nostro Paese sta dando quest’immagine all’estero visto il ruolo da protagonista che l’Italia ha avuto il politica estera». Berlusconi, quindi, ha nuovamente ribadito di sentirsi vittima di una «persecuzione giudiziaria». «È inaccettabile – ha detto – che si voti la mia decadenza attraverso una forzatura della legge Severino, retroattiva apposta per me. Per questo mi sono appellato ai senatori che sono i miei avversari politici per richiamarmi alla responsabilità che va oltre l’opposizione ideologica, affinché nel Paese si conservi il potere della sovranità parlamentare contro quello incontrollato e incontrollabile della magistratura». Poi un passaggio sulle «nuove testimonianze» americane che «mi consentiranno di chiedere la revisione del processo alla Corte d’Appello di Brescia» e che erano state anche al centro di un intervento, nella prima mattina, a La Telefonata di Belpietro. È stato lì che il Cavaliere ha lanciato il suo appello ai senatori di Pd e M5S: «Se ci fosse un minimo di indipendenza di giudizio da parte di questi parlamentari rispetto alle indicazioni dei loro partiti, dovrebbero mettersi una mano sulla coscienza». In realtà, nei partiti si muove poco o nulla e anche la proposta di Pierferdinando Casini di far slittare il voto è rimasta inascoltata. Nel Pd solo Francesco Boccia ha fatto un’apertura alle posizioni del Cav, dicendo, alla trasmissione radiofonica Mix24, che se davvero ci sono nuove testimonianze «mi aspetto una revisione del processo come per qualsiasi altro cittadino» e aggiungendo che «in un Paese normale si sarebbe aspettata la delibera della Corte sull’interpretazione della legge Severino». Parole che poi l’esponente del Pd ha dovuto precisare, «per evitare ogni equivoco e inutili polemiche». «Io – ha chiarito – ho risposto a una precisa domanda: “Se si scoprono nuovi testimoni e nuovi fatti che lo scagionerebbero, Berlusconi potrebbe chiedere la revisione del processo?”. Io ho detto “certo, come ogni cittadino, poi ci sarà sempre un giudice che giudicherà”. Una cosa scontata, solo in Italia – ha concluso Boccia – queste risposte banali creano sconcerto e polemiche. Ripeto: spetterà ai giudici stabilire la consistenza dei nuovi elementi. È così eretico questo banale pensiero?».

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *