Il Cavaliere a Vespa: «Nessuno può togliermi il diritto di guidare il partito»

1 Nov 2013 13:38 - di Redazione

Nessun passo indietro di Silvio Berlusconi. A dirlo è lui stesso, intervistato da Bruno Vespa per il libro Sale, Zucchero e caffè. L’Italia che ho vissuto da nonna Aida alla Terza Repubblica, che uscirà il 7 novembre e di cui oggi sono state divulgate alcune anticipazioni. «Sento il dovere di stare in prima linea», ha detto il Cavaliere, spiegando che anche «in caso di elezioni, sentirei il dovere di impegnarmi direttamente». «È ancora necessario, in una forma o nell’altra, il mio impegno personale», ha ribadito, aggiungendo che «nessuno può togliermi il diritto di restare alla guida del movimento che ho fondato, finché molti milioni di elettrici e di elettori lo vogliono». Dunque, nessuna ipotesi Marina, che il Cavaliere allontana chiaramente dicendo che la figlia «sarebbe in grado di adempiere al meglio questa missione», ma «non è quella la sua vocazione». «Sono sicuro che nessuno di loro (i figli, ndr) si sente attratto dalla politica. Soprattutto da “questa politica”», ha poi precisato il Cavaliere, allontanando implicitamente anche l’idea che sia Barbara a poter scendere in campo.

Lui, dunque, resta l’unico Berlusconi di riferimento. «Ho un rapporto speciale con gli italiani che, come me – ha proseguito – temono che la sinistra possa andare al governo». Del resto, il Cavaliere sente di potersi presentare agli elettori con tutte le carte in regola e a loro, solo a loro, rimanda il giudizio sulla sua persona e sul suo operato. Gli impegni, a cominciare da «quello sulla detassazione della prima casa che noi consideriamo “sacra” e quello per un fisco meno oppressivo», sono stati rispettati e anche sulla legge di stabilità «non intendiamo arretrare», ha avvertito il Cavaliere. Anche per questo, ha spiegato, «credo sia giusto che, su tutto (sulla mia vicenda, sulle tasse, sull’economia, sui nostri programmi riformatori), siano gli elettori a potere giudicare noi e i nostri avversari, che, andando avanti così, confermerebbero i loro connotati di “partito delle tasse e delle manette”».

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