Il Papa al Quirinale sferza la politica: «Troppa gente in difficoltà, fate qualcosa per il lavoro»

14 Nov 2013 14:14 - di Redazione

Senza sirene e scorte particolari. Non c’erano nemmeno i corrazzieri che in altre occasioni hanno accompagnato i pontefici al Colle. Papa Francesco nella sua prima visita ufficiale al Quirinale ha indicato un’altra cesura con il passato. Una stretta di mano con Giorgio Napolitano nel cortile presidenziale poi una breve sosta in raccoglimento nella Cappella dell’Annunziata. Dopo il faccia a faccia con il presidente della Repubblica, il discorso pubblico nel quale ha ricordato le altre visite ufficiali in Italia da pontefice: da Lampedusa ad Assisi, passando per Cagliari, dove dice Papa Francesco, «ho toccato con mano le ferite che affliggono oggi tanta gente». Di fronte alla crisi economica che «fatica a essere superata» e che «tra gli effetti più dolorosi» ha «l’insufficiente disponibilità di lavoro», «è necessario – ha detto Papa Francesco – moltiplicare gli sforzi per alleviarne le conseguenze e per cogliere e irrobustire ogni segno di ripresa». «Già in questi primi otto mesi del mio servizio petrino ho potuto sperimentare da parte Sua, Signor Presidente, tanti gesti di attenzione», che «si aggiungono ai molti che Ella ha progressivamente manifestato, durante il Suo primo settennato, nei confronti del mio predecessore Benedetto XVI. A lui – ha aggiunto – desidero rivolgere in questo momento il nostro pensiero e il nostro affetto, nel ricordo della sua visita al Quirinale, che in quell’occasione egli definì “simbolica casa di tutti gli italiani». L’invito a sostenere sempre i più deboli è stato rinnovato anche nel discorso con i dipendenti presidenziali e le loro famiglie per concludere con le parole: «Iddio protegga l’Italia e tutti i suoi abitanti».

Un discorso che Napolitano ha messo in relazione con l’attuale situazione politica. «Quanto siamo lontani nel nostro Paese da quella cultura dell’incontro che Ella ama evocare, da quella Sua invocazione “dialogo, dialogo, dialogo”». Un parallelo inevitabile per il capo dello Stato: «Noi che in Italia esercitiamo funzioni di rappresentanza e di guida nelle istituzioni politiche, siamo immersi in una faticosa quotidianità, dominata dalla tumultuosa pressione e dalla gravità dei problemi del Paese e stravolta da esasperazioni di parte in un clima avvelenato e destabilizzante». Secondo Napolitano la politica «può trarre uno stimolo nuovo dal Suo messaggio e dalle Sue parole. Un messaggio che, come Ella stesso ha detto, si rivolge non soltanto ai cattolici ma a tutti gli uomini di buona volontà».

 

 

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