Il papa nel mirino della mafia? È l’allarme del procuratore aggiunto di Reggio Calabria. La “pulizia” di Bergoglio fa paura
Papa Francesco nel mirino dei boss? A lanciare l’allarme in un’intervista al Fatto Quotidiano è il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, convinto che la mafia, non certo quella con la coppola che non esiste più, ma la cupola finanziaria («quella che investe, che ricicla denaro e che per anni si è nutrita delle connivenze con la Chiesa») sia molto preoccupata dal nuovo corso impresso dal pontefice che “viene dalla fine del mondo” . «Questo Papa è sulla strada giusta. Ha da subito lanciato segnali importanti: indossa il crocifisso in ferro, rema contro il lusso. È coerente, credibile. E punta a fare pulizia totale – dice il magistrato impegnato in prima linea contro la n’drangheta che vive sotto scorta dall’aprile del 1989 – chi finora si è nutrito del potere e della ricchezza che derivano direttamente dalla Chiesa, è nervoso, agitato. Papa Bergoglio sta smontando centri di potere economico in Vaticano». Nessuna certezza, ma se i boss potessero fargli uno sgambetto non esiterebbero, aggiunge Gratteri che non si spinge a sostenere che il papa è a rischio ma è convinto che la mafia finanziaria «ci sta riflettendo». È un papa “pericoloso” quello che l’altro ieri ha definito «scandaloso» l’atteggiamento di chi ruba allo Stato, magari facendo poi una donazione alla Chiesa puntando il dito contro i cristiani dalla doppia vita, «i cristiani corrotti». Intanto il pauperismo di papa Bergoglio continua a sedurre: oggi – apprendiamo da Twitter – l’attaccante della Juventus Carlos Tevez è stato ricevuto in udienza privata dal pontefice. È stato “l’Apache” a dare la notizia sul suo profilo con una foto che lo ritrae al fianco di Papa Francesco, in compagnia della sua famiglia. «Grazie santo padre per aver ricevuto la mia famiglia. È un orgoglio che sia argentino, e che sia così speciale e umile».