Marine Le Pen censura Alba Dorata, demolisce Grillo e “punge” Marina Berlusconi: «Faccia la gavetta…»
Non ama i paragoni con l’Italia, difficilmente cade nella trappola delle domande maliziose su Berlusconi, prudentemente preferisce concentrarsi sugli affari di casa propria e il destino dei francesi, che la ricambiano con consensi crescenti. Marine Le Pen, figlia dell’ottantenne e inossidabile Jean Marie, però nell’intervista di oggi al Messaggero fa un’eccezione rifiutando il paragone azzardato con un’altra Marina, la figlia cadetta del Cavaliere.
La primogenita di Arcore sarà la Le Pen italiana? «Non credo proprio che le due situazioni siano comparabili. Prima di diventare la presidente del Fronte io sono stata per dieci anni una dirigente del partito. Non è il caso della figlia di Berlusconi. No, non vedo la similitudine dei percorsi». Insomma è questione di gavetta. Per la numero uno del Front national l’avviamento “professionale” alla politica non si improvvisa, servono anni di rodaggio, di militanza e di sudore. Una freccia all’arco di chi combatte la vulgata anti-casta e i politici di professione, una risposta al facile reclutamento dei testimonial della società civile anche se, va detto, la Marina tricolore non è certo un esempio di pigrizia intellettuale o di inerzia imprenditoriale. Ma la Le Pen non spreca una lunga conversazione con un giornalista italiano solo per questa polemica indiretta. Rivendica a chiare lettere la sua idea di Europa e i contatti che, anche nella veste di presidente dell’Alleanza europea delle libertà, sta intensificando con tutti quei paesi che hanno a cuore “il patriottismo economico”, la critica a Schengen e al sistema dell’euro. Che non è un ritorno al passato. «Se l’euro si svaluta del 20-30 per cento il lavoro ritorna perché l’Europa torna competitiva. Per restituirle competitività ci sono due strade: o si agisce sulla moneta o si tagliano ancora di più i salari. Vogliamo portarli a duecento euro al mese? C’è qualcuno che pensa di farcela?». Nessuna conversione estremista. La distanza dal movimento greco Alba Dorata, per esempio, non potrebbe essere più netto. «Alba Dorata è neonazista e non ha niente a che vedere col Front National; noi non andiamo contro le regole della democrazia. In Grecia hanno lasciato mano libera ad Alba Dorata per esercitare un po’ di pressione sull’Europa. Tipo: vedete cosa succede se non ci date una mano?». Alla fine concede qualche flash sull’attualità italiana: Alfano? Lo giudicherà dai fatti. Grillo? Si è ridotto solo alla protesta. La Lega? La sto seguendo a distanza, in passato ha avuto una linea ambigua. E la nuova Forza Italia? Dice di non avere rapporti «per principio» con i partiti che fanno parte di governi eurofederalisti.