Marino dice sì ai matrimoni e alle adozioni gay. Alemanno: «Una provocazione»

14 Nov 2013 21:20 - di Gabriele Alberti

E alla fine la Roma di Marino getta la maschera: sì ai matrimoni e alle adozioni gay. Il sindaco accusa l’Italia di «essere terribilmente indietro sul tema dei diritti» e lancia la sua “sfida culturale”: «Non mi fa paura la parola matrimonio tra persone dello stesso sesso. Tanti a sinistra invece ce l’hanno – dice su  Repubblica Tv – Se due persone si amano si sposano, non vedo dove sia il problema». E si dice anche assolutamente favorevole alle adozioni gay, con una motivazione assai bizzarra: «Se mi avesse fatto questa domanda nel 1987 – spiega – probabilmente avrei risposto che non mi sentivo favorevole. Poi seguendo mia figlia in una città all’estero dove aveva compagni di scuola con genitori dello stesso sesso, mi sono reso conto che io non ho nessuna contrarietà, purché l’adozione venga fatta nell’interesse primario della bimbo o della bimba». Per l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno le parole di Marino non sono altro che una «pura provocazione in omaggio al pensiero unico progressista: mi domando perché un sindaco che dovrebbe rappresentare tutti i romani si vada a infilare in questioni controverse e laceranti», attacca Alemanno. È il Parlamento nazionale che nel bene o nel male si deve occupare di queste questioni che per altro contrastano con quanto previsto nella nostra Costituzione Repubblicana». Ma il sindaco a testa bassa difende la sua decisione su un tema così divisivo ma sul quale stranamente è riuscito a fare le cose in fretta contrariamente alle vere priorità della città. Annuncia con gioia che Roma avrà presto il suo registro delle unioni civili: «Il voto dell’assemblea capitolina lo avremo presto. Immagino subito dopo il bilancio», gongola. E infatti negli uffici capitolini è già arrivata per un primo parere tecnico una proposta di delibera che riguarda sia omosessuali che eterosessuali, per l’istituzione all’interno dell’anagrafe comunale di un Registro delle Unioni Civili. «I soggetti iscritti – si legge nella proposta – potranno beneficiare delle agevolazioni, dei benefici e, in generale, saranno soggetti alle medesime disposizioni previste dagli atti e dalle disposizioni di Roma Capitale, degli assessorati e degli Uffici competenti per i soggetti coniugati». Per le cerimonie Roma Capitale metterebbe a disposizione «i locali di propria pertinenza generalmente adibiti alla celebrazione dei matrimoni civili», come, ad esempio, la Sala Rossa del Campidoglio. A sottoscrivere il testo della delibera sei consiglieri capitolini di Partito democratico, Sinistra Ecologia e Libertà, Lista Civica Marino, Movimento 5 Stelle e Centro Democratico – prima firmataria è Imma Battaglia (Sel) da anni attivista del movimento Lgbt in Italia.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *