«Non ci sono soldi, ci aiuta papà»: la sinistra ha creato i bamboccioni con famiglia a carico
Non osate chiamarli bamboccioni, è tutta colpa della crisi, delle logiche punitive della sinistra e della stagione di Monti. Anche a quarant’anni, con moglie e figli, si bussa alla porta di mamma e papà per un aiuto economico. I soldi sono pochi e con quello che rimane nel portafogli non si possono pagare le tasse, l’affitto o il mutuo, andare al supermercato e compare tutto l’occorrente per la scuola. I libri costano un accidenti, gli zaini anche, poi ci sono le playstation e i piccoli computer. L’analisi della Coldiretti-Ixè non perdona, il quadro è desolante, checché ne dicano Letta e Saccomanni. E c’è anche l’incubo degli irriducibili della sinistra che vorrebbero far pagare l’Imu e che parlano di benestanti anche quando si tratta di persone che a stento riescono ad arrivare a fine mese. In una situazione del genere si capisce benissimo, perché l’Italia, nonostante le dichiarazioni di ottimismo di Saccomanni e Letta, è ancora in recessione e minaccia di restarci per il prossimo anno, se non si cambierà politica e non si introdurranno le riforme necessarie per liberare risorse, abbattere la pressione fiscale, fare investimenti e produrre sviluppo. Uno scenario che però rimane relegato nel libro dei sogni. I dati Coldiretti-Ixé non consentono di nutrire nessun dubbio in proposito. Il 37% degli italiani (oltre un terzo) non solo non è riuscito a risparmiare ma è stato costretto a chiedere aiuto economico ai genitori per affrontare le normali spese legate all’esistenza della famiglia. E c’è anche un 14% che, non avendo mamma e papà, ha chiesto sostegno ai parenti, mentre l’8% si è rivolto addirittura agli amici. L’ammortizzatore famiglia è il solo che continua a funzionare davvero. «Di fronte alle difficoltà economiche – afferma la Coldiretti – solo il 14% è stato costretto a bussare agli sportelli di finanziarie o banche scontrandosi con gli ostacoli opposti all’accesso al credito, per i costi elevati o per la richiesta di garanzie». Secondo l’indagine, inoltre, il 10% delle famiglie italiane non arriva a fine mese, mentre il 45% riesce a pagare appena le spese senza permettersi ulteriori lussi. C’è comunque, un 42% degli italiani che riesce, senza affanni, a salvare qualcosa del reddito mensile e ad alimentare il risparmio familiare. La situazione di difficoltà oggettiva, ma anche le preoccupazioni sul futuro, si riflettono nei consumi. Più di due italiani su tre (68%) hanno ridotto la spesa o rimandato l’acquisto di capi d’abbigliamento riciclando dall’armadio per l’autunno gli abiti smessi nel cambio stagione, ma oltre la metà (53%) ha detto addio a viaggi e vacanze e ai beni tecnologici (52%). Il 49% rinuncia a bar, discoteche o ristoranti nel tempo libero. Il 42% alla ristrutturazione della casa, il 40% all’auto o alla moto nuova e il 37% agli arredamenti. Dice addio alle attività culturali il 35% degli italiani e alle attività sportive il 29%. Un quadro desolante che illustra una società in stallo, non in grado di agganciare il treno della ripresa internazionale e in caduta libera per quanto attiene il potere d’acquisto (siamo tornati indietro di decenni) dei propri nuclei familiari.