Rimborsi elettorali nel Lazio: sotto inchiesta 15 consiglieri regionali del Pd

30 Nov 2013 10:35 - di Redazione

Servizi televisivi, conferenze stampa, convegni, dibattiti, cene elettorali e spese di rappresentanza natalizie. Ci sarebbe tutto questo nelle fatture del gruppo consiliare del Pd alla Regione Lazio finite dal 2011 sotto la lente del Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza, e poi in un fascicolo aperto dalla procura di Rieti. Oltre 200mila euro, la metà dei quali spesi nel 2011 finanziando diverse emittenti televisive laziali, sotto forma di rimborsi per servizi giornalistici, spot e riprese di conferenze stampa e convegni. Ma anche 4.500 euro spesi, in un solo colpo, in una nota enoteca viterbese in vini e cesti di Natale. A firmare i rendiconti, finiti dopo lo scandalo Fiorito sotto la lente della magistratura, erano il tesoriere oggi ex consigliere regionale del Partito democratico, Mario Perilli, e il capogruppo alla Pisana, Esterino Montino, attuale sindaco di Fiumicino. Nella lista delle spese sospette che hanno richiamato l’attenzione della procura del capoluogo sabino compaiono molte fatture saldate ad aziende e attività commerciali del reatino, terra natale di Perilli dove in passato l’esponente democratico ha ricoperto vari incarichi politici e amministrativi.

Sull’inchiesta, oggi il quotidiano Il Tempo ha pubblicato l’indiscrezione secondo la quale, i quindici consiglieri del Gruppo regionale Pd del Lazio in carica nel 2011, sono finiti nel mirino della magistratura reatina. Tra loro anche Enzo Foschi che, dopo lo scandalo Fiorito e dei rimborsi alla Pisana, non era stato ricandidato dal Pd. Ma Foschi non è rimasto a spasso. Attualmente è capo della segreteria del sindaco di Roma, Ignazio Marino (un incarico da 90mila euro all’anno). Ieri lo stesso Foschi aveva annunciato querela nei confronti del quotidiano romano: «Ho fatto delle verifiche e posso dire che nei miei confronti non esiste ad oggi nessuna indagine dalla procura di Rieti». Oggi la controreplica del giornale diretto da Gian Marco Chiocchi: «Si può essere sotto indagine senza avere ancora ricevuto un avviso di garanzia», aggiungendo pure: «Di fronte a certe notizie pubblicate dai giornali le procure intervengono repentinamente qualora l’informazione contenga errori e falsità (cosa che non è accaduta ieri».

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