Roma, dal corteo per i marò slogan contro il sindaco: «Marino, rimetti lo striscione!»
«Marino cialtrone, rimetti lo striscione!», e «Buffone, buffone!», sono alcuni degli slogan partiti dal corteo per la liberazione dei due marò a Roma, al suo passaggio ai piedi della scalinata del Campidoglio. Gli slogan sono in polemica con la decisione del sindaco di rimuovere le gigantografie dei due militari italiani trattenuti ingiustamente in India fatte esporre in piazza del Campidoglio dal suo predecessore, Gianni Alemanno e da sindaci di moltissime altre città in tutta Italia. Il corteo, comporto da circa tremila persone, è partita da Piazza Bocca della Verità e si è concluso a piazza Santi Apostoli. In testa al corteo i familiari dei due militari italiani, tra cui Vania, moglie di Girone, e Paola, compagna di Latorre, davanti agli striscioni «Liberi subito» e «Non vi lasceremo soli». Quest’ultimo messaggio riecheggia quello inviato ieri dalla medaglia d’oro al Valor militare Gianfranco Paglia ai due fucilieri di Marina. Hanno partecipato anche l’ex sindaco Gianni Alemanno e il presidente della commissione Difesa della Camera Elio Vito. Alla manifestazione hanno sfilato, sotto una pioggia battente, anche molti militari in divisa che sono accorsi da tutta Italia per manifestare la loro solidarietà. Spiccano i cappelli con la penna degli alpini, ma anche i copricapo dei bersaglieri e una grande rappresentanza di paracadutisti. Tra la gente decine di tricolori e striscioni con scritto «Trieste pro patria», «Per l’onore d’Italia liberi subito», «Brindisi per i suoi marò», «Leoni del San Marco solidali con i nostri fucilieri». Prima della partenza i militari hanno intonato più volte l’Inno di Mameli. Anche un nutrito gruppo di militanti del movimento Casapound si è unito al corteo. Al grido di «marò liberi!» e sventolando bandiere tricolori i giovani militanti di Casapound hanno raggiunto il corteo all’altezza del Teatro di Marcello esponendo un grande striscione con scritto «Marò liberi!». Analoghe manifestazioni si stanno svolgendo in tutta Italia. «Siamo in piazza per mostrare a Salvatore e Massimiliano e a tutta l’Italia che siamo tutti qui con un obiettivo: liberi subito», ha detto Vania Ardito, moglie di Salvatore Girone. La donna ha sentito durante la marcia al telefono il militare: «Sanno della nostra manifestazione e ne sono contenti, si aspettano una piazza piena di affetto. Il loro stato d’animo? Sono sereni e forti: ci hanno detto che sarebbe andato tutto bene. Non so però se per Natale ce la faremo ad averli qui. Le coccarde gialle – ha aggiunto Vania – sono un simbolo di attesa. Quando li rivedremo speriamo di tornare ad una vita normale e serena con i nostri affetti più cari. Salvatore e Massimiliano non resteranno indietro». «Tutta Italia è rappresentata qui oggi – ha aggiunto Paola, compagna di Latorre – e nelle città dove non interverremo personalmente ci saranno manifestazioni a livello locale. Alle 15 in ogni città con una sede dell’Anmi ci sarà una manifestazione, a loro dedicata, e sarà una festa». Paola non ha voluto commentare la scelta del Campidoglio di togliere gli striscioni con le effigi dei loro cari: «Non vogliamo polemiche». «Ogni giorno che passa sento sempre di più il dovere di mantenere alto l’onore di un soldato italiano e della nostra nazione. Sono certo che nella nostra situazione qualsiasi soldato nel mondo e qualsiasi Paese lotterebbe per fare sì che vengano riconosciuti i diritti propri e internazionali e nel nostro caso anche la propria innocenza», ha scritto Salvatore Girone nel messaggio letto da sua moglie Vania al termine del corteo.