Stop alle stangate. Giorgia Meloni: «Si metta un tetto alle tasse nella Costituzione»

30 Nov 2013 16:13 - di Guglielmo Federici

Fino a quando reggeranno le famiglie italiane una pressione fiscale da record e tra le più alte d’Europa? Non ancora per molto e da tempo nel centrodestra c’è chi lancia l’allarme auspicando scelte coraggiose che non danneggino i soliti noti. Così intervenendo al Congresso del Partito liberale la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, fa seguire alle analisi le proposte. «Bisogna mettere un tetto in Costituzione alle tasse», ha detto, riservando forti critiche alla politica fiscale del governo che «affronta il problema del debito pubblico tassando il più possibile, perché non trova altre soluzioni e non ha il coraggio di tagliare in modo netto la spesa pubblica». Secondo la presidente di Fdi, «occorre capire fino a quanto si può chiedere alle famiglie, fin dove è sostenibile la pressione fiscale e mettere questo in Costituzione». Riguardo al rapporto tra fisco e contribuenti, la Meloni ritiene che si debba «distinguere tra chi ha evaso perché disonesto e chi non ce la fa oggettivamente a pagare le tasse e finisce, spesso, in braccio all’ usura». Un dramma nel dramma. La Meloni auspica uno «Stato giusto» e coraggioso che non metta le mani nelle tasche dei soliti noti. Altro aspetto chiave è «la lotta alla corruzione che in Italia costa 60 milioni di euro all’ anno. Questo vuol dire – aggiunge – che ciascuno di noi, compresi i neonati, regala 1000 euro all’anno alla corruzione». Per combatterla bisogna abbattere il più grande nemico dell’ Italia «che è la burocrazia. Più la burocrazia è ampia e ramificata e più sono i passaggi da fare per qualsiasi richiesta e più facilmente si incappa nel funzionario disonesto».

E sulla pressione fiscale interviene anche Maurizio Gasparri a proposito delle tasse sulla casa, altro rgomento molto ambiguo e fonte di preoccupazione. Gli italiani rischiano, «sulla casa il governo ha preparato una mini stangata. La denuncia della Cgia certifica quello che purtroppo temevamo: l’Imu è stata cancellata ma non per tutti, mentre per moltissimi c’è il rischio di farla pagare sotto altre forme. è l’avvertimento del vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri. «Sono oltre seicento i Comuni che dovranno far cassa a scapito dei cittadini perché, avendo innalzato l’aliquota Imu per il 2013, ora si trovano scoperti non avendo avuto le coperture sufficienti dal governo. Insomma, tasse a catena per coprire l’incapacità di un esecutivo che ha avallato scelte sbagliate».

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