D’Alema e Bersani: non ci faremo smacchiare da Renzi. Arriva la prima risposta dell’establishment
Non si farà smacchiare dal trionfante Matteo. Ringhioso, Massimo D’Alema non dissimula la sconfitta e avverte: nessuno mi cancellerà. L’intramontabile ex premier sapeva di perdere ma non così: il suo cavallo, Gianni Cuperlo, non ha sfondato il muro del 20 per cento e nello staff dell’ultimo segretario della Fgci la rabbia si mescola alla rassegnazione . «Cercano di distruggermi ma nessuno mi cancellerà», dice D’Alema intervistato da Repubblica, «la lotta politica mi piace e quella con Renzi è lotta politica, i rapporti personali non c’entrano». Che i due si sopportino poco non è una novità, le cronache recenti sono zeppe di battute e freddure dalemiane nei confronti del sindaco di Firenze, troppo naif, con poca credibilità internazionale (ma le entrature giuste) e inadatto alla bisogna. Ora il segretario di Italianieuropei, piuttosto arrabbiato, dice “serenamente” che lascerà il passo ai secondi (a partire da Cuperlo) ma c’è da scommetterci che continuerà a muovere le fila della sua battaglia da dietro le quinte. «È una fase nuova anche per me, nessuno mi cancellerà con un tratto di penna, io faccio politica per passione, perché ci credo». La scissione può aspettare ma la mossa di Cuperlo di non accettare la vice-segreteria è un segnale chiaro, proprio come quello di Renzi che dopo la vittoria effimera di Bersani preferì l’astinenza dal potere.
“L’Italia cambia verso”, lo aveva detto Renzi e ora sembra intenzionato a farlo. Almeno dentro il suo partito: ha scodellato a tempo di record la nuova segreteria, molto rosa, tutta under quaranta ed è pronto a rottamare tutto. Un duro colpo per tutto l’establishment che si allena in parte a riciclarsi sotto le insegne del nuovo, anche se Renzi lo ha detto chiaramente «questa non è la fine della sinistra, è la sconfitta di una classe dirigente». Un altro che storce il naso e non intende farsi sbianchettare è Pier Luigi Bersani: «Matteo ha vinto ma non usi la clava, non ci faremo chiudere in un recinto». Prima i complimenti all’avversario, noblesse oblige, poi l’assicurazione a collaborare. «Tutti noi siamo a disposizione del partito, a cominciare da me. Nessuno gli metterà i bastoni tra le ruote’, ma ”adesso il nuovo segretario dovrà spiegarci qual è la sua idea di Pd». E soprattutto stia attento a non esagerare con il nuovo. «Va benissimo il rinnovamento ma serve anche l’esperienza. Renzi deve ricordare che se tutti sono qua è perché qualcuno ci ha preceduto e ha reso possibile tutto questo». Il più soddisfatto, alla fine, è Pippo Civati piazzatosi terzo ma a pochi centimetri dal candidato di D’Alema. « Abbiamo inventato un nuovo spazio, oggi comincia una nuova storia del Pd».