Il popolo del “daje” come il popolo viola: scomparso nel nulla. Come Ignazio Marino…

20 Dic 2013 20:44 - di Giorgio Sigona

La festa appena cominciata è già finita ed è finita anche la stagione del “popolo” che, per tutta la campagna elettorale, gridava i “daje” di incoraggiamento alla romana in sostegno di Ignazio Marino. È pressoché impossibile trovare un sostenitore del sindaco, un cittadino che ne parli bene. A girare per la città sembra che nessuno l’abbia votato, forse perché chi l’ha fatto si è già pentito. Mai una luna di miele è durata così poco e mai la Capitale si è trovata in questa situazione paradossale, nel vuoto assoluto. Quartieri enormi, borgate, opere di sviluppo (battezzate dalla precedente amministrazione) da completare. E fino a oggi Marino ha parlato esclusivamente dei Fori imperiali da pedonalizzare. Nient’altro. «Siamo nella notte più fonda che si sia mai vista in Campidoglio», ha detto Gianni Alemanno «Non c’è indicazione, non c’è segnale politico – ha spiegato nel corso della presentazione del nuovo gruppo consiliare capitolino Alleanza popolare nazionale – si è riusciti a rabberciare un bilancio soltanto con una grande forzatura ai regolamenti, su cui giudicherà il Tar l’8 gennaio. Noi non vediamo alcun progetto o alcuna idea per la città, che è certamente gravata dalla crisi economica e dai tagli del governo. Non è quindi tutta colpa di Marino se ci sono i problemi ma a fronte di questa emergenza c’è l’inerzia totale, una navigazione a vista che sta diventando imbarazzante. Marino non ha usato l’unica leva che aveva a disposizione contro la crisi, quella dello sviluppo, dell’urbanistica, dei progetti che creano lavoro. Invece è tutto fermo: il waterfront di Ostia, il secondo polo turistico, il Museo di Roma, Tor Bella Monaca. L’assessore Caudo ha messo tutto da parte e non per fare altri progetti, ma per nessun progetto. Sui rifiuti è calato il silenzio totale – ha detto ancora – il 7 gennaio finisce il mandato commissariale di Sottile e ancora non si conosce alcuna soluzione definitiva. Lo stesso vale per il sociale: a Marino va dato atto di essere riuscito a non tagliare la spesa, ma il problema resta, bisognerà fare di più, e non c’è più traccia del Piano regolatore sociale. Se andremo avanti così – ha concluso l’ex sindaco – le elezioni in Comune non saranno molto lontane, perché ogni mese che passa Marino perde un pezzo della sua maggioranza».

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