La Lega incorona Salvini ma si scopre divisa (con i bossiani) sull’uscita dall’euro
Una grande manifestazione per dire no al centralismo europeo che nega ai popoli la possibilità di decidere e per uscire dall’euro, la moneta che è “un crimine contro l’umanità”. La nuova Lega Nord di Matteo Salvini si allea con i partiti euroscettici e si prepara per la battaglia delle prossime elezioni europee. E dal congresso federale che ieri ha incoronato il neo segretario annuncia una grande manifestazione nella “sede del mostro dello spreco e della dittatura finanziaria”, Bruxelles, per portare in piazza “quelli che chiedono di tornare padroni del loro futuro, della loro moneta e dei loro confini”. Teorie “populiste”, secondo il presidente della Bce, Mario Draghi, che in una intervista pubblicata ieri da Le Journal du Dimanche avverte tutti: «Le tesi di chi pensa che uscendo dall’euro un’economia nazionale beneficerebbe all’istante di una svalutazione competitiva non sta in piedi». Ad applaudire l’elezione di Salvini, al Lingotto di Torino, c’erano i leader stranieri dei più importanti movimenti anti-Europa. Dal Front National francese di Marine Le Pen, rappresentata dal suo consigliere capo per gli Affari europei Ludovic de Danne, all’olandese Geert Wilders; dal russo Viktor Zubarev, delegato di Russia Unita, il partito di Vladimir Putin, al belga Gerolf Annemans, delegato del movimento Vlaams Belang. Tutti uniti da una comune spinta antieuropeista. In vista delle elezioni europee di maggio, la Lega Nord si propone come “la casa delle autonomie”. «Siamo qui oggi perché questo sia l’inizio di un percorso che ci porterà a vincere, a occupare Bruxelles, a smontarla e a ricostruirla da capo», è la strategia del nuovo leader del Carroccio. «L’euro è un crimine contro l’umanità – ha aggiunto Salvini – e prima salta prima possiamo riprendere la nostra battaglia per l’indipendenza». Un discorso applaudito dalle delegazioni straniere e sostenuto dal segretario uscente Roberto Maroni, ma che ha lasciato tiepido il presidente del partito, Umberto Bossi. «Perché un conto – dice – è la propaganda, un’altra è la realtà. L’euro è un male per le nostre imprese, ma l’uscita sarà tutt’altro che pacifica». Nessuna divisione, assicura il giovane segretario. «Bossi dice solo che è difficile, ma la Lega è nata sul sogno dell’indipendenza, non una passeggiata, e per le battaglie difficili». Avanti dunque con la guerra a Bruxelles, per salvare l’identità dei popoli dai comuni nemici della globalizzazione e della islamizzazione. E se a maggio “chi ha votato almeno una volta la Lega ci darà ancora una possibilità – conclude Salvini – il nostro boom sarà l’inizio della fine dell’impero”.