La “terra dei fuochi” è anche alle porte di Roma. E con Marino i nomadi “incendiari” si sono galvanizzati

5 Dic 2013 10:54 - di Romana Fabiani

È la “Terra dei fuochi” della capitale. Nella zona est di Roma che si snoda tra Tor Sapienza e Collatina vecchia fino a Ponte di Nona si concentrano quasi trenta insediamenti abusisi di rom dediti, tra le varie attività illecite, allo smaltimento “autonomo” dei rifiuti prodotti in condizioni igieniche da Terzo Mondo con rischi ambientali e di salute altissimiSono all’ordine del giorno roghi e falò tossici che rendono l’aria irrespirabile per i romani, ormai disperati  dopo decine e decine di esposti, molti dei quali rimasti inascoltati. L’ultimi dossier prodotto dai cittadini, però, ha portato lo scandalo sotto i riflettori della stampa e attivato nuovi interventi delle forze dell’ordine, molto meno del sindaco Ignazio Marino che non ha a cuore l’allarme rom. La Polizia e i vigili del fuoco hanno un gran da fare da queste parti: si contano sessanta interventi dall’inizio dell’anno, l’ultima iniziativa è stato il sequestro del campo nomadi “Salviati” che però è stato frettolosamente “ricostruito” con un nuovo insediamento, “Salviati 2”. In quasi tutti i campi di questa zona tra IV, V e VI municipio giorno e notte si levano gigantesche colonne di fumo nero, perfino in via di Salone che ospita un campo regolarmente autorizzato dal Comune. Un mese fa i cittadini sono scesi in piazza che chiedere “decoro, legalità e servizi”. «Non ne possiamo più, io ho due figli piccoli, abito accanto ai nomadi e il problema principale sono i fumi tossici. Li respiriamo continuamente, qualcuno deve fare qualcosa, non ce la facciamo più».

I sequestri a ripetizione di discariche di rifiuti abusive non riescono a risolvere il problema, «ormai – si legge nei rapporti delle forze dell’ordine – è un vero e proprio business». Da ieri, grazie al decreto legge sulla cosiddetta “Terra dei fuochi”, esiste finalmente il reato di combustione illecita di rifiuti, che contempla per i responsabili sanzioni pesanti sotto il profilo penale. L’emergenza è anche ambientale: l’Sos è stato lanciato anche dall’Arpa Lazio (agenzia regionale protezione ambientale) che denuncia l’esistenza di intere «porzioni di territorio contaminate da rifiuti da rifiuti parzialmente bruciati e da uno strato di poveri e ceneri derivanti da combustione». Ma la gestione illecita dell’immondizia che ha raggiunto livelli imprenditoriali non si arresta  con decine di sequestri e denunce a piede libero. Il Campidoglio non brilla per interventismo, i finanziamenti per lo sgombero dei campi rom sono stati azzerati, nel bilancio di previsione della Giunta Marino non si arriva neanche a sessantamila euro.

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