Le elezioni si allontanano, ma in un anno tutti si logoreranno. L’Italia è in un pantano

6 Dic 2013 9:08 - di Gennaro Malgieri

Dalle “larghe intese” alla “strana alleanza”? È quel che si profila dopo la decisione della Corte costituzione che, comunque la si voglia leggere, ha delegittimato il Parlamento e gli atti da esso compiuti. E non basta quella sorta di clausola di salvaguardia finale in calce al comunicato diramato nella quale si sostiene che il Parlamento comunque può andare avanti e procedere al varo di una nuova legge elettorale, e dunque, a maggior ragione, di qualsiasi altra normativa. Il capo dello Stato non poteva fare altro che asseverare questa bizzarra tesi, diversamente il caos avrebbe travolto ogni cosa. Un paesaggio fantascientifico ed orrendo, infatti, si presentava agli occhi di tutti gli osservatori dopo aver appreso della decisione con la quale la Consulta dichiarava incostituzionale in ogni sua parte il Porcellum. Un rimedio all’italiana non poteva che essere indispensabile e doveroso.

Ma c’è chi non ci sta. Ecco il fondamento della “strana alleanza” che si profila. La stringeranno coloro che si battono per le elezioni immediate e, dunque, con la vigente legge appena decaduta, pur sapendo che non è più giuridicamente  possibile. Ma forse buttarla in caciara è meglio di niente. Perciò Forza Italia, il Movimento Cinque Stelle, i renziani, la Lega, in modi diversi, si preparano ad affrontare la battaglia perché tutto crolli il più presto possibile e si torni a votare. E se dovessero ritirare i loro parlamentari (che non potrebbero essere più surrogati) la via al dissolvimento del Parlamento sarebbe aperta. Ma lo faranno davvero?

Ecco, una prova di forza di questo genere, senza peraltro uno sbocco legittimo (se lo mettano in testa: non si può procedere con la legge di fatto cancellata), a meno di non resuscitare de facto il Mattarellum poiché neppure il “vuoto” legislativo in materia non è consentito, è puro velleitarismo. La strana alleanza faccia la propaganda che vuole, ma non si culli nell’illusione che entro febbraio Napolitano possa sciogliere le Camere: piuttosto si dimette ed al suo posto questo Parlamento dovrà eleggere un altro presidente della Repubblica. Poi si vedrà. Intanto chi ci guadagnerebbe? Ma è evidente: l’attuale maggioranza che non risponde né a Berlusconi, né a Grillo e né a Renzi per quanto questi stia per diventare segretario del Pd, ma non controllerà i gruppi parlamentari.

Nonostante tutto, al governo Letta la Corte costituzionale ha di fatto allungato la vita. Ce ne vorrà per approvare una legge elettorale. Il tempo scorre e si chiudono tutte le finestre elettorali. Il semestre di presidenza italiana dell’Ue è alle porte: escluso, dunque, un voto in prossimità di un tale impegno. Ecco la prospettiva del 2015 con gli oppositori di oggi fatalmente logorati, mentre i partiti che sostengono il governo non lo saranno di meno posto che il conflitto sociale che dovrà essere fronteggiato finirà per delegittimare l’attuale maggioranza.

Uno scenario da incubo.

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