Lega, a ridosso del congresso scoppia il caso-Belsito. Salvini: «Tutte balle, solo fango»

13 Dic 2013 18:15 - di

Le dichiarazioni messe a verbale da Francesco Belsito, l’ex tesoriere della Lega arrestato alla fine di aprile per l’inchiesta sulla gestione dei rimborsi elettorali di via Bellerio, riemergono a poche ore dal congresso straordinario che domenica, a Torino, eleggerà Matteo Salvini segretario federale. I nuovi particolari sui presunti giri di denaro ai piani alti del movimento, non più solo a quelli di antica osservanza bossiana, sono stati bollati come ”fango” e ”palle”, ovvero falsità, sia da Salvini sia dal segretario uscente, Roberto Maroni. «Fango, fango, fango! Non ho parole – ha detto Salvini a Radio Padania, subito dopo la lettura dei quotidiani – sono palle, del resto i magistrati hanno già archiviato…». Anzi, è questa la convinzione diffusa che il nuovo segretario sposa in toto, la Lega viene colpita perché ”dà fastidio” e, dunque, «da qui a maggio (quando ci saranno le europee, ndr), prepariamoci a sentirne di tutti i colori. Che siamo brutti, cattivi, ladri, pedofili, naturalmente razzisti e quant’altro». La vicenda Belsito (espulso a suo tempo dal partito) però non passa inosservata in casa Lega. Bastava ascoltare le telefonate in diretta degli ascoltatori della radio padana per coglierlo. Sostenitori stufi di sentirne parlare ma anche arrabbiati con la stampa che se ne occupa. E Maroni, che si prepara a passare il testimone raccolto un anno e mezzo fa proprio sull’onda dei primi scandali giudiziari costati la leadership a Umberto Bossi, ha colto bene questi umori. «I nostri sono incazzati», ha detto, sostenendo però che in quello che è emerso in queste ore «non c’entra la magistratura, ma sono i giornali che prendono verbali di maggio» e «raccontano la versione di un personaggio che non merita neanche di citarne il nome (Belsito appunto, ndr), che dice le cose che dice, che inventa perché essendo indagato può dire quello che vuole e non si può agire legalmente nei suoi confronti». Roberto Cota, presidente della Regione Piemonte, ha parlato di ”macchina del fango” in moto contro il suo movimento. E se per il vicecapogruppo alla Camera, Gianluca Pini, Belsito è ”un bugiardo” di cui «la Lega è vittima e non complice», per i veneti Flavio Tosi e Luca Zaia tirati in ballo davanti ai pm l’ex tesoriere è meritevole solo di essere ”querelato per le sue calunnie”. Insomma, l’ombra delle inchieste continua a inseguire il Carroccio nella sua lunga transizione politica. Da domenica, dal congresso al Lingotto, ci sarà Salvini al timone, tocca ai giovani lasciare queste cose ”al passato”. «Sabato è il mio ultimo giorno da segretario – ha commentato Maroni – E diciamo che sono un caso più unico che raro, essendo il primo nella politica italiana, che mi risulti, che si dimette dalla segreteria per favorire il ricambio generazionale».

 

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