Legge elettorale, è scontro Camera-Senato. La Boldrini: «Passi da noi». Calderoli: «Non se ne parla»
La dichiarazione di incostituzionalità del Porcellum rischia di creare una crisi istituzionale tra i due rami del Parlamento. La conferenza dei capigruppo della Camera ha infatti invitato la commissione Affari costituzionali di Montecitorio a calendarizzare l’esame della bozza di riforma della legge elettorale (attualmente in Senato), consentendo alla presidente Boldrini di concordare il percorso con il presidente Grasso. Si tratta, in pratica, di una vera e propria richiesta di passaggio della proposta di legge elettorale da una Camera all’altra. Non è una prassi molto consueta. Ma è stata avallata dalla Boldrini, che così ha dichiarato: «Potranno essere attivate le possibili intese con il Presidente del Senato, secondo la procedura prevista dal Regolamento della Camera per i casi in cui i due rami del Parlamento discutano proposte di legge sulla medesima materia». L’improvviso risveglio d’interesse dei deputati per la legge elettorale non dipende solo dalla pronuncia della Consulta, ma anche dall’interesse politico dei renziani di procedere speditamente nella riforma al fine di andare quanto prima alle elezioni anticipate. In ogni caso, sul testo eventalmente approvato dalla Cemera, peserebbero inevitabilmente gli interessi e le idee del Centrosinistra (cui il Porcellum ha garantito una maggioranza sicura). Diverso è invece il discorso del Senato, dove il Pd sarebbe necessariamente costretto a concordare una linea condivisa con le altre forze politiche.
Immediato e secco è il niet del vicepresidente del Senato Roberto Calderoli: «L’Aula del Senato e i capigruppo, hanno deliberato l’urgenza dell’esame della legge elettorale al Senato. Esame che il giorno stesso è iniziato in Commissione Affari Costituzionali. La Commissione, poi, ha deliberato che l’esame prosegua in quella sede, costituendo un Comitato ristretto per elaborare un testo base da sottoporre alla Commissione entro gennaio 2014. La legge elettorale è e resta all’esame del Senato e Grasso non potrà cederla alla Camera contro il parere della Commissione». Il capogruppo di Ncd al Senato Maurizio Sacconi lancia dal canto suo un vero e proprio ultimatum a Grasso : «Il presidente del Senato è avvertito. Se dovesse piegare i propri comportamenti alle pretese di partito o di frazioni di partito verrebbe meno al suo ruolo istituzionale e le reazioni sarebbero proporzionate a un comportamento così grave. La provocatoria richiesta a maggioranza della Conferenza dei capigruppo della Camera corrisponde al malcelato tentativo di alcuni ambienti politici di provocare la crisi di governo attraverso la ricerca di maggioranze diverse da quella che lo sostiene».
In questa giornata di nervosismi istituzionali, il presidente Napolitano non ha mancato di fare udire la sua voce. Dopo aver ribadito (in risposta al M5S) che il «Parlamento è pienamente legittimato», il capo dello Stato ha affermato che, dopo la sentenza della Corte costituzionale, le forze politiche devono adempiere a quello che ormai è «un imperativo» e mostrare «una espressione di volontà attenta a ribadire il già sancito, dal 1993, superamento del sistema proporzionale», Il problema – ha aggiunto – era e resta «quello dell’espressione di una volontà politica del Parlamento tesa a produrre finalmente la riforma elettorale giudicata necessaria da tutte le parti».