“Meno tasse per tutti”: la Spagna “copia” il Cav, dà uno schiaffo alla Merkel e fa piangere Letta

27 Dic 2013 18:37 - di Francesco Signoretta

“Meno tasse per tutti” e blocco dell’Iva. No, non è il discorso di fine anno di Berlusconi e nemmeno il programma elettorale della coalizione di centrodestra. Il Pd e Saccomanni si mettano l’anima in pace, la notizia è ghiotta, anche all’estero si sta capendo che l’unico modo per salvare le famiglie e consentire la ripresa economica è dare una bella botta al fisco, alla faccia del rigore della Merkel e dei parametri dell’Europa-Dracula. Il contrario di quanto stanno facendo loro. L’annuncio arriva da Madrid: la Spagna ha deciso di adottare il modello-Cavaliere e abbasserà le tasse gradualmente, cominciando dai redditi più bassi. Lo ha dichiarato il ministro delle Finanze, Cristobal Montoro, assicurando che l’Irpef per i redditi più alti, meno colpiti, sarà ridotta in seguito, a crisi conclusa e che l’Iva non subirà aumenti. «Ci sono stipendi molto alti che risentono meno della crisi. Occorre realizzare una distribuzione più equa del reddito», ha affermato il ministro in un’intervista al giornale Expansión, garantendo anche un abbassamento dell’imposta sulle società. Montero ha di fatto confermato le anticipazioni fatte la settimana scorsa dal segretario di Stato per le Finanze, Miguel Ferre, il quale aveva detto che il governo sta elaborando una nuova riforma fiscale che tenderà, tra l’altro, ad abbassare le aliquote maggiori dell’equivalente dell’Irpef in modo da stimolare la domanda interna e l’attività economica. A proposito della riforma, il ministro ha detto che entrerà in vigore gradualmente nel 2015, 2016 e 2017, e «cercherà di correggere le carenze del sistema fiscale e incoraggiare gli investimenti». Infine, sulla crisi economica, Montoro si è detto convinto che il Pil crescerà dell’1% l’anno prossimo e che questo determinerà la creazione di nuovi posti di lavoro già a partire dalla primavera prossima. Chiaramente la sinistra nostrana non ha commentato, com’è sua abitudine quando non le conviene. Fatto sta che i “cervelloni” del governo Letta dovrebbero prendere carta e penna e scopiazzare le iniziative spagnole per cercare l’uscita dal tunnel della crisi. Il problema è che le iniziative spagnole sono state a loro volta scopiazzate da quelle del “criticato” governo di centrodestra. Un affronto per Saccomanni, costretto a ridursi a scolaretto. Non lo accetterà mai, anche a rischio di ritrovarsi un quattro in pagella. E magari di firmare una lettera di dimissioni.

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