Papa Francesco vara una task force contro i preti pedofili: collaborerà con le autorità civili
Una task force per difendere i bambini e combattere contro gli abusi commessi dai sacerdoti. L’ha istituita Papa Francesco, nell’ambito del suo progetto di riforma della Chiesa e, non a caso, su proposta degli otto cardinali incaricati di portarla avanti, il cosiddetto “G8” vaticano. Per ora della commissione non si conoscono composizione e competenze specifiche, ma la Santa Sede ha voluto comunque dare un segnale sulla volontà di fare sul serio: la notizia è stata data dal cardinale di Boston Sean Patrick O’Malley, divenuto noto al grande pubblico per essere stato uno dei papabili, ma conosciuto prima ancora del Conclave proprio per il suo fortissimo impegno contro la pedofilia e gli abusi. Toccò a lui, nel 2003, dopo lo scandalo che la travolse, prendere in mano l’Arcidiocesi di Boston, vendere i beni del vescovado per risarcire le vittime e, soprattutto, ricostruire la fiducia dei fedeli, atterrata dalla precedente gestione. Prima di allora O’Malley era intervenuto per rimettere in piedi altre due diocesi sconvolte dagli scandali: Fall River, in Massachussets, e Palm Beach, in Florida. Nel 2010 è stato, poi, visitatore apostolico, una sorta di commissario, nell’Irlanda scossa da storie di abusi in seno alla Chiesa. È dunque una scelta simbolica molto forte quella di O’Malley, il quale ha chiarito che la decisione di Papa Francesco è in continuità con «la linea intrapresa da Papa Benedetto XVI». La commissione riferirà direttamente a Bergoglio e avrà il compito di consigliarlo su come contrastare questa piaga, lavorando in collaborazione con «vescovi, conferenze episcopali, superiori religiosi e conferenze di superiori religiosi». Ma spazio sarà dato anche a laici e religiosi «con competenza nella sicurezza dei fanciulli, nei rapporti con le vittime, nella salute mentale, nell’applicazione delle leggi». Sarà un apposito documento del Papa a definire i dettagli sui nomi e sulle competenze dell’organismo, ma O’Malley ha anticipato che fra le responsabilità potrebbe esserci la definizione di linee guida per la prevenzione e per lo sviluppo di norme specifiche. Possibile anche la stesura di programmi di formazione per bambini, genitori e «tutti coloro che lavorano con minori», oltre che per i sacerdoti, per i quali potrebbero essere previsti una «attestazione di idoneità al ministero sacerdotale, screening e controllo della fedina penale, stato dell’azione delle richieste di valutazione psichiatrica». Di particolare importanza, ha poi aggiunto O’Malley, sarà «la cooperazione con le autorità civili, segnalazione dei reati, attenzione alle leggi civili, comunicazioni riguardanti il clero dichiarato colpevole». Inoltre, saranno sviluppati anche programmi di supporto per le vittime e i familiari e di supervisione e recupero dei chierici colpevoli. La commissione infine, ha specificato il porporato, «lavorerà insieme alla Congregazione per la dottrina della fede», alla quale spetta il compito di perseguire i chierici responsabili di abusi.