Roma, la débacle della domenica a piedi. Città deserta, negozi vuoti, commercianti furibondi con Marino
Invocare il commissariamento per Ignazio Marino è sempre troppo poco, sperando che non sia troppo tardi. Ieri Roma è stata trasformata in una sorta Praga anni ’60 in un clima da stato d’assedio, sotto un cielo plumbeo, negozi chiusi e quelli aperti, vuoti. Poteva essere la prima domenica di una “ripresina” sul fronte dei consumi, calati del 40%. Erano state allestite in anticipo anche le tradizionali bancarelle di Piazza Navona che solitamente si inaugurano l’8 dicembre, richiamando agli acquisti pre-natalizi i romani e i turisti. Macché, il blocco del traffico ha tagliato le gambe a tutto, trasformando in una corsa a ostacoli uscire di casa. Una misura dagli effetti totalmente recessivi, se mai ce ne fosse ancora bisogno in questo clima. I commerciati sono infuriati con il sindaco perché il bilancio delle decisioni prese dal primo cittadino si stanno rivelando giorno dopo giorno una débacle. «Dopo la scellerata decisione che ha portato al blocco totale di auto e motorini, desertificando di fatto la città, possiamo affermare, senza più dubbio, che l’obiettivo finale del sindaco Marino e quello di affossare definitivamente l’economia romana. Non si spiegherebbe altrimenti, infatti, questa ennesima deplorevole scelta fatta senza alcun criterio e senza alcun rispetto verso le imprese commerciali», dichiara il presidente della Federmoda-Confcommercio Roma, Massimiliano De Toma.
La città è bloccata sul fronte infrastrutturale e occupazionale, senza che nessun provvedimento sia stato adottato per incentivare e avviare nuove misure per lo sviluppo. Quanto alla politica ambientalista, non siamo ridicoli, basta pensare alle problematiche sorte con la pedonalizzazione dei Fori. Il blocco del traffico è un’arma rivelatasi inefficace, la più facile e inconcludente, la decisione che uno prende solo quando non vuole neanche pensare ad altre soluzioni. Possono bastare quattro domeniche di stop al traffico per ridurre l’inquinamento o è solo un modo per affossare ancora di più i consumi e mettere in difficoltà i cittadini?», chiedono, sarcastici,i commercianti della Capitale. La risposta è no, quattro domeniche lontane tra loro come possono migliorare la qualità dell’aria? Tornando al futuro economico della città, i commercianti hanno guardato il calendario e constatato allibiti «che una domenica cade proprio in periodo di saldi», a metà gennaio, un’altra a febbraio, altro mese “ghiotto” per offerte e saldi. Oltre alle scelte anti-economiche di cui sembra che alla Giunta Marino importi poco, va valutato un paradossale auto-boicottaggio delle stesse iniziative patrocinate dal Campidoglio e di cui devono essersi dimenticati. La mano destra non sa quello che fa la sinistra: il blocco di domenica ha fatto saltare eventi già decisi e programmati e per i quali tante persone hanno dedicato tempo, sacrifici e risorse». Tutti eventi solidali, piange il cuore solo a pensare alle difficoltà causate a «Run for Autism», evento promosso per sensibilizzare i cittadini sul tema dell’autismo che si doveva svolgere allo stadio Paolo Rosi; difficile è stato anche partecipare a un’iniziativa a cui la generosità romana ha sempre risposto con affetto, il mercatino benefico per i bimbi sordi e sordociechi. E per non rischiare, l’Associazione italiana lotta contro le leucemie ha annullato il suo evento previsto al Galoppatoio di Villa Borghese. Se è troppo difficile studiare una calendario che concili, economia e solidarietà, per carità finitela qui…