Aveva reso pubblici gli stipendi di Fazio, Gubitosi e Vespa. Oscurato il sito di Brunetta sulla Rai

15 Gen 2014 16:29 - di Guido Liberati

«Io ho solo pubblicato gli atti della Commissione di Vigilanza Rai. Hanno oscurato quindi RaiWatch. Io continuerò a fare trasparenza». E ancora: «Il mio obiettivo è Sanremo. Io voglio sapere come sono pagate le star di Sanremo. La mia colpa è voler fare trasparenza». Renato Brunetta reagisce così su Twitter alla notizia, anticipata da Repubblica, della chiusura del sito Raiwatch lanciato dal capogruppo di Forza Italia alla Camera. «Il sito – svela il quotidiano – è stato chiuso con un’ordinanza del Tribunale di Bologna dopo un ricorso d’urgenza presentato da Viale Mazzini, che contestava il nome del sito che usa la parola Rai. Il Tribunale è intervenuto rilevando la capacità del sito di ledere le prerogative industriali di Viale Mazzini. Dal profilo Twitter del sito arriva una conferma della decisione del Tribunale per «uso improprio della parola Rai». «Ci scusiamo per i problemi al sito – si legge ancora -. Stiamo cercando di risolverli il più presto possibile». Negli ultimi tempi, il sito costituito dal capogruppo dei deputati azzurri, era diventato il principale punto di riferimento informativo sulle spese e sugli sprechi della televisione pubblica. A fine dicembre il sito aveva pubblicato un’infografica svelando i megacompensi di alcuni esponenti di spicco della Rai. Compensi calcolati al giorno, che fanno davvero impressione. Dalla presidente della Rai, Anna Maria Tarantola che guadagnarebbe 1095 euro al giorno al direttore generale Luigi Gubitosi, che percepirebbe un compenso di 1780 euro giornalieri.  Tra i volti noti, Fabio Fazio secondo i dati forniti da Raiwatch guadagnerebbe invece 5479 euro al giorno, quasi il doppio di Bruno Vespa fermo a 3287 euro giornalieri. Non male neanche Carlo Conti che percirerebbe 3561 euro. A ottobre Brunetta era stato rimproverato perfino dal presidente della Commissione di Vigilanza, il grillino Roberto Fico che pure dovrebbe essere garante della trasparenza. «Se ci sono documenti riservati, da qui non possono assolutamente uscire». Meglio non far sapere agli italiani che fine fanno i soldi del canone Rai.

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