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Caselle, interrogatorio fiume per i tre testimoni. Troppi elementi non convincono gli investigatori

Cronaca - di Redazione - 6 Gennaio 2014 alle 12:52

Hanno avuto il permesso di tornare a casa solo a notte inoltrata. Dopo un interrogatorio fiume durato ore e ore durante il quale, sollecitati più volte dai carabinieri, hanno ripercorso minuziosamente come sono giunti a scoprire i corpi, dilaniati dalle coltellate, di Claudio Allione, 65 anni, ex-dipendente della Sagat, la società che gestisce l’aeroporto torinese di Caselle, della moglie, Maria Angela Greggio, 66 anni, ex-insegnante, e della suocera, Emilia Campo Dall’Orto, 93 anni.
Maurizio Allione, 26 anni, la fidanzata e l’amico cui il giovane aveva telefonato chiedendogli di andare a casa dei suoi genitori a Caselle e che poi ha scoperto i corpi, sono stati ascoltati tutta la notte dagli investigatori nella caserma dei carabinieri dov’erano stati convocati per fare luce sul triplice omicidio.
L’unica certezza è che chi ha aggredito i tre pensionati aveva la determinazione di ucciderli. Li ha braccati e inseguiti fino a raggiungerli e ad assestare quei fendenti mortali sferrati con un coltello che, tuttavia, non è stato trovato.
Ma ci sono altri elementi della vicenda che restano, tuttora inspiegabili e dissonanti e che i carabinieri faticano a inquadrare.
C’è la questione dei due cani pastore tedeschi presenti nella villetta a schiera. Un elemento decisamente incompatibile con una rapina poi finita nel sangue. Tutto lascia immaginare che chi si è introdotto nella villetta, facendo poi quello scempio che è stato scoperto dall’amico del figlio, fosse ben conosciuto dai due animali.
Ma non è questo l’unico tassello che non entra nel puzzle. C’è, soprattutto, la cura meticolosa di chi ha compiuto il triplice omicidio: si è affannato nel pulire a fondo la scena del delitto. Tanto che, inizialmente, si era pensato ad una fuga di  monossido di carbonio. Solo successivamente, da un esame più approfondito, sono state scoperte le coltellate che hanno portato alla morte i tre pensionati. Il ragionamento dei carabinieri è semplice: perché pulire la scena del delitto? Perché perdere tempo, dopo il triplice omicidio, a far sparire scrupolosamente ogni elemento che riportasse a un omicidio? Le tracce avrebbero, forse, portato non molto lontano.

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6 Gennaio 2014 alle 12:52