Droga, è un coro di “no” alla liberalizzazione: «Sarebbe una scelta folle»
Cresce il dissenso del fronte del no alla proposta di legalizzare lo spinello. «Le droghe fanno tutte male – dice Maurizio Gasparri – in modo diverso ma con conseguenze drammatiche per la salute e la vita delle persone. Siamo sempre stati contrari ad ogni forma di legalizzazione e liberalizzazione e lo resteremo. Proposte demagogiche vanno respinte. Bisogna meditare sui tanti studi scientifici che dimostrano quanto siano gravi gli effetti della cannabis e quanto siano letali le conseguenze delle altre droghe ancor più pericolose. I moniti venuti dal Dipartimento sulle tossicodipendenze sono chiari». Per il vicepresidente del Senato «gli interventi di Serpelloni così come di tanti altri specialisti della materia offrono elementi inoppugnabili. Riteniamo che si debba semmai intensificare l’azione per la prevenzione e per il recupero e che questo tipo di dibattiti scomposti che si stanno nuovamente alimentando abbiano già di per sé conseguenze negative. Più si alimenta la discussione sulla liberalizzazione e legalizzazione, più si ha la percezione che la droga non faccia male, con la possibilità che crescano i consumi di ogni tipo di stupefacenti. Bisogna invece intensificare le campagne di informazioni sui pericoli della droga e rilanciare l’azione di recupero attraverso le strutture pubbliche e private dei ragazzi che cadono in questo dramma. Questo bisogna fare e su questo assumeremo chiare e incisive iniziative politiche». Secco no anche di Matteo Salvini: «La droga fa male, rifiuto l’idea che mio figlio possa andare dal tabaccaio a comprare uno spinello». Ho lottato per vent’anni, ha aggiunto il segretario della Lega Nord, «per smettere di fumare il tabacco. Che ora si riapra la questione della liberalizzazione dell’hashish è cosa che non esiste». Scende in campo anche don Mimmo Battaglia, presidente della Federazione Italiana Comunità Terapeutiche (Fict) che si chiede: «Perché parlare, ora che la scienza ha ampiamente dimostrato i danni della cannabis sul sistema nervoso specie in giovane età, di legalizzazione della cannabis? È forse un modo in più per fare cassa per un paese in affanno? O una strategia per ricercare consenso facile da parte di una classe politica dall’immagine a dir poco appannata? Non è la canna libera, o meglio controllata, che può salvarci oggi, ma la ricostruzione lenta e faticosa di un sistema autentico di valori che abbiamo smarrito. O forse preferiamo mantenere calme le acque di questa palude, anestetizzare le menti, tranquillizzare per tranquillizzarci, magari fumandoci su?».