E Noam Chomsky parlò come Berlusconi: «La democrazia in Italia è scomparsa con Monti premier»
«La democrazia in Italia è scomparsa quando è andato al governo Mario Monti, designato dai burocrati seduti a Bruxelles, non dagli elettori». A formulare questa tesi è Noam Chomsky, il maggior linguista vivente, attualmente in Italia per il “Festival delle Scienze” all’Auditorium Parco della Musica di Roma. Chomsky, secondo un sondaggio della rivista Usa Foregin Policy l’intellettuale più influente del pianeta, questa sera e domani sarà protagonista di due eventi di punta della manifestazione già tutti esauriti, tanto che per l’incontro di domani dedicato a “Il linguaggio come organo della mente” è previsto uno schermo nel foyer dell’Auditorium. In generale, ha sostenuto Chomsky, «le democrazie europee sono al collasso totale, indipendentemente dal colore politico dei governi che si succedono al potere, perché sono decise da burocrati e dirigenti non eletti che stanno seduti a Bruxelles. Questa rotta – ha sottolineato Chomsky – è la distruzione delle democrazie in Europa e le conseguenze sono dittature». Il linguista ha parlato anche di neoliberismo come di «un grande attacco alle popolazioni mondiali, il più grande attacco mai avvenuto da quarant’anni a questa parte» e di new media, sottolineandone uno degli aspetti negativi che è «la tendenza a sospingere gli utenti verso una visione del mondo più ristretta perché quasi automaticamente le persone sono attratte verso quei nuovi media che fanno eco alle loro stesse vedute». Le frasi di Chomsky, che pure è il guru dei movimenti no-global, hanno una impressionante somiglianza con quelle pronunciate da Silvio Berlusconi all’indomani del voto di fiducia al governo Monti. «Il nuovo governo – aveva detto il 17 novembre 2011 l’ex premier parlando con i senatori del Pdl – rappresenta una sospensione certamente negativa della democrazia. La decisione finale ci è stata praticamente imposta, con i tempi voluti dal presidente della Repubblica». Frasi per le quali Berlusconi fu contestato da molti esponenti del centrosinistra: gli stessi che oggi e domani faranno la fila per ascoltare Chomsky.