Il museo diventa discoteca e resta chiuso a Capodanno: da Renzi a Marino, ecco i sindaci affitta-tutto…
È un vizio. Chiudere musei o gallerie nei periodi di massimo afflusso turistico non è un’idea molto geniale visto che città come Roma, Firenze, Torino e siti unici al mondo sono la nostra principale “materia prima”. Ogni anno dopo le Festività natalizie c’è una lamentazione da parte di turisti che in qualche città d’arte hanno fatto ore di fila dietro una porta chiusa. Questa volta è toccato a Firenze, il primo dell’anno. Trecento turisti in coda per visitare gli Uffizi. Peccato, però, che il terzo museo più visitato d’Italia abbia deciso di rimanere chiuso: «Non sapevamo nulla – si sfoga una coppia di turisti arrivati da Roma – anzi sul sito del Mibac non è segnalata questa chiusura». Ricordiamo che erano chiusi anche il Colosseo e la Pinacoteca di Brera. Quando un dipendente del museo ha comunicato alle persone in fila che le porte della pinacoteca fiorentina non si sarebbero aperte c’è stata una sommossa generale. Che ne dice il sindaco Renzi? Che si tratta di «una ferita» e ha subito approfittato della situazione esibendosi in un comizio contro i musei statali (che gestiscono gli Uffizi) e a favore del nuovo modello di Beni da lui incarnato. Un modello non tanto sofisticato per la verità, che corrisponde più o meno al mestiere di un affitta-camere, ossia mettere a disposizione al migliore offerente spazi pubblici di valore storico incommensurabile, come ha fatto con Ponte Vecchio tra le ire dei tanti che tengono all’identità culturale della città. Turisti e fiorentini hanno trovato l’accesso al Ponte sbarrato da fioriere e personale privato, irremovibile nell’impedire l’accesso a chiunque non fosse nella lista degli invitati a una cena di gala, decisione presa, a fari spenti, dall’amministrazione Renzi. Stupore e rabbia tra i turisti, in particolare quelli che a Firenze erano venuti solo per un giorno. Il Comune aveva affittato uno dei simboli della città per una cena legata ad una manifestazione delle Ferrari. La polemica esplose e Renzi disse: «Lo rifarei: si tratta di un’iniziativa che ha portato un milione di indotto alla città». L’incapacità assoluta di trovare una politica culturale che concili, fruizione, beneficio economico e identità culturale è ormai una malattia a rapida diffusione che sembra allignare soprattutto nelle amministrazioni trainate dalla sinistra. A Roma lo storico Palazzo dell’Archivio di Stato dov’è custodita la memoria cartacea d’Italia è stato trasformato in una discoteca e affittata per un festa di una società, la Let’s go. Per fare cassa tempo fa anche il Museo Madre di Napoli – eravamo nell’era Bassolino-Jervolino – fu trasformato in una discoteca. Praticamente delle serate che dovevano essere dedicate all’arte contemporanea si trasformavano in serate puramente ludiche, tra drink e danze. Tornando al Capodanno appena trascorso, arriviamo a Torino, alla Palazzina di Stupinigi, dove si è svolto un veglione non autorizzato al costo di 100 euro a testa. Anche se il veglione è stato una “sòla”, perché si sono trovati in 2000 accatastati in pochi metri quadri…