La mobilitazione per i marò arriva alla Ue. Barroso: «Siamo preoccupati, a rischio i rapporti con l’India»

30 Gen 2014 19:52 - di Redazione

I rappresentanti della delegazione italiana al Comitato delle Regioni Ue hanno portato un’iniziativa di solidarietà ai due marò Girone e Latorre nell’aula, a Bruxelles, indossando foulard gialli al collo e rivolgendo un appello al presidente Josè Manuel Barroso, che ha aperto la seduta. «Siamo molto preoccupati da questa situazione – ha detto Barroso – abbiamo già avviato una serie di iniziative, come abbiamo detto mercoledì all’incontro col premier Enrico Letta. Se questa situazione non sarà gestita in modo adeguato, potrebbe comportare conseguenze nei rapporti tra l’Ue ed i partner indiani». In particolare, per il presidente della Commissione Ue, l’ipotesi di applicare la pena di morte è «inaccettabile». «È vero che in India c’è una campagna elettorale e per questo c’è il rischio emotività a farla da padrone. Ma credo prevarrà il buon senso». A proposito dell’ennesimo rinvio dell’udienza, oggi a Delhi, il ministro della Difesa, Mario Mauro, parlando a Bari con i giornalisti ha interepretato il differimento in questo modo: «Evidentemente, il giudice, sapendo che la Corte Suprema si deve pronunciare, ha preferito rinviare i termini dell’udienza, per valutare la volontà della Corte Suprema. L’udienza che si teneva oggi – ha precisato Mauro – non è l’udienza della Corte Suprema, ma l’udienza di quella Corte che deve prendere in considerazione la richiesta fatta dal Nia (polizia investigativa indiana, ndr), che venga affidata a quel tribunale la custodia dei nostri fucilieri di Marina, oggi in carico alla Corte Suprema. «Stando invece ai fatti – ha concluso – rimane la sostanza: dopo due anni non ci sono ancora le accuse, dopo due anni noi insistiamo nel dire che i nostri fucilieri sono innocenti e che qualcun altro deve provare il contrario». A confermare la strategia del governo Staffan De Mistura. La decisione del tribunale speciale di New Delhi di rinviare al 25 febbraio la discussione su una richiesta della polizia investigativa Nia di trasferire i marò italiani sotto la tutela dello stesso tribunale è stato «un passaggio previsto – ha spiegato l’inviato speciale del governo – puramente formale e voluto dall’Italia». Per De Mistura, «l’Italia punta più in alto, all’udienza della Corte Suprema il 3 febbraio. La dimostrazione che quello di oggi era per noi un atto puramente formale è che io partirò per l’India il primo febbraio. Altrimenti sarei partito prima».

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