L’agenda renziana fa tremare il governo Letta: l’asse tra Pd e Ncd rischia di spaccarsi sui matrimoni gay

3 Gen 2014 12:59 - di Guglielmo Federici

«Il Nuovo Centrodestra si adegui!». Risposta: ma quando mai… Il patto di coalizione Pd-Ncd vacilla sui temi etici, quelli più delicati sui quali invece  sia l’Agenda Letta che quella messa a punto da Renzi stanno facendo pressing: le unioni civili e i matrimoni gay. «Non firmeremo mai un Patto di coalizione che contenga le unioni gay se queste significano diritti di coppia. Ncd è nato anche perché i valori non negoziabili li ritiene davvero tali, non li mercanteggia».  Intervistato da Avvenire e Mattino, è il il capogruppo di Ncd al Senato, Maurizio Sacconi, a puntare i piedi e a chiedere una «moratoria sui temi etici». A premere l’acceleratore sui temi più divisivi è stato il Pd attraverso le parole di Davide Faraone, responsabile welfare e immigrazione del partito di Renzi, in un’intervista al Manifesto. «Sulle unioni civili e sul superamento della Bossi-Fini si gioca il grado di civiltà di un Paese e questo governo ha senso solo se fa le cose. Alfano può mettere tutti i paletti che vuole ma deve rendersi conto che c’è una coalizione di governo che è cambiata, con nuovi rapporti di forza che vanno rispettati. Comunque cerchiamo un consenso più ampio possibile e speriamo che anche il M5S possa trovarsi d’accordo con le nostre proposte». Le criticità nella coalizione di governo sembrano dietro l’angolo a giudicare dal tono quasi minaccioso dell’esponente Pd.  Che specifica che sulle unioni civili la bussola è «il modello tedesco: è quello a cui stiamo pensando per le coppie gay», insiste Faraone. Il botta e risposta con Ncd avviene sulle colonne dei quotidiani. «Il simil-matrimonio», ribatte Sacconi, «per qualcuno forse è una clava per scassare la legislatura». Aggiunge: «Sarebbe preferibile una moratoria legislativa sui temi etici con lo scopo di individuare soluzioni pragmatiche a problemi concreti». Nello specifico, «nel caso delle coppie omosessuali dovremmo definire insieme il completamento delle capacità giuridiche di ogni persona di relazionarsi con un’altra. Il “simil-matrimonio” è invece ideologico, apre la strada all’estensione dei benefici pubblici, come la pensione di reversibilità, e alle adozioni, fa saltare il modello sociale e quello pedagogico». Due visioni del mondo diverse che si confronteranno anche su una altro punto di frizione, come la gestione dei flussi migratori e l’approdo a uno “ius soli” che non piace a tutto il centrodestra nel suo complesso, come chiarisce Maurizio Gasparri: «Su nozze gay e resa ai clandestini la precaria maggioranza di governo va a sbattere sugli scogli. Saremo in tanti a difendere la famiglia da questo rinnovato assalto. L’agenda di sinistra dettata da Renzi va contrastata». E a metà giornata arriva anche il diktat di Alfano: «Non si può pensare alle unioni civili senza pensare prima alle famiglie», messaggio che sembra qualcosa in più di una frenata.

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