L’Italicum farà rimpiangere il Porcellum. Ma in quale democrazia il governo è nelle mani di una minoranza?

29 Gen 2014 11:08 - di Gennaro Malgieri

L’Italia dei cittadini è in apprensione sulla seconda rata dell’Imu. Si riuscirà a convertire il decreto entro la mezzanotte di oggi oppure si dovrà pagare anche la parte della gabella che il governo aveva promesso di non esigere?

L’Italia della politica, mentre i comuni mortali hanno altro a cui pensare, si balocca con le “quote” riguardanti la legge elettorale. Ci si accapiglia sulle soglie di sbarramento per il premio di maggioranza, per l’accesso in Parlamento, per i collegi da ridisegnare, per le primarie da regolamentare (e che comunque sarebbero facoltative) ed altri problemini di non poca portata, tali da pregiudicare il futuro di alcune forze politiche (che rischiano di essere spazzate via), con tanti saluti alla rappresentanza. Sembra che il compromesso sia stato raggiunto a quota 37%: chi ci arriva si prende il premio di maggioranza; al di sotto si va al ballottaggio. Mentre granitica rimane l’indisponibilità di Forza Italia e del Partito democratico a scendere sotto il 5% e l’8% per ciò che concerne l’accesso dei partiti. Sicché chi ottiene il 4,9, resta fuori. Con tanti saluti ad alcuni milioni di italiani che si troveranno senza rappresentanza. Ma, curiosamente, quei voti saranno “buoni” a fini coalizionali. Come dire: votateci, ma fino ad un certo punto; i suffragi sono  vostri ed i seggi nostri. Si ragiona così in Forza Italia e nel Partito democratico. E se i “piccoli indiani” facessero lo scherzo di non coalizzarsi con i grandi e si mettessero in proprio? Tirate voi le somme.

E, giacché ci siete, esprimetevi pure sulla balzana idee delle primarie “facoltative”. Delle preferenze, come si sa, non si vuol neanche sentir parlare e condividiamo per tutti i problemi connessi e sviscerati abbondantemente. Ma che senso ha ammetterle per scegliere addirittura i candidati? Immaginate la baraonda, il mercimonio, il clientelismo, le pratiche ricattatorie soprattutto nelle più piccole comunità? Un’idea balzana, a dir poco.

Comunque trovandoci ad un bivio, è più facile ritenere che la legge venga approvata così come è stata concepita che stravolta con il rischio, molto concreto, di far cadere la legislatura. Chi si assumerebbe la responsabilità? Il cavaliere Berlusconi, forse, a cui Renzi ha già notificato che non esiterebbe un momento nel gettargli addosso la croce con le relative conseguenze, spingendolo nuovamente ai margini della politica? Non è credibile. E allora, avanti tutta verso il varo di una legge che farà rimpiangere il Porcellum, terrà fuori dal Parlamento una consistente porzione di cittadini ed affiderà ad una minoranza (poco più di un terzo) il governo del Paese.

Avranno perfino il coraggio, o la faccia di bronzo, i fautori di tale trovata,  di dichiarare che una siffatta legge rafforzerà il bipolarismo. L’ennesima menzogna. Essa è la pietra tombale sul bipolarismo. E sarà una terza forza, quella di Grillo, fuori dall’eventuale ballottaggio, a dare le carte se Pd e Fi dovessero contendersi il governo. Immaginate un po’ per chi voterebbero i grillini.

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