Marò, sprazzi di ottimismo. Latorre: «Non molliamo». Mauro: «È giusto disertare il galà per l’India»

16 Gen 2014 12:36 - di Guglielmo Federici

Si aprono spiragli concreti sul caso dei marò. Il primo a infondere ottimismo è proprio un post su Fb di Latorre: «Non mollo, state tranquilli, non c’è motivo, assolutamente no!!». Si allontana lo spettro della condanna a morte dopo che ministero degli Interni indiano, finora alfiere della linea dura, starebbe seriamente valutando l’abbandono della legge antiterrorismo per presentare i capi d’accusa contro i due militari italiani. «I marò – ha detto d’altra parte pubblicamente il ministro degli Esteri Salman Khurshid – non sono terroristi». Il ricorso presentato dall’Italia presso la Corte Suprema per esigere risposte sulla vicenda – dopo quasi due anni dall’incidente al largo del Kerala in cui morirono due pescatori indiani – ha insomma impresso un’accelerazione, scuotendo il torpore che aveva caratterizzato negli ultimi mesi l’azione del governo locale. Significativamente Khurshid, di fronte ad una probabile reprimenda la settimana prossima da parte della Corte Suprema, ha messo le mani avanti, sostenendo che la gestione del caso è stata «un disastro». La mancanza di chiarezza sui capi d’accusa e l’inosservanza delle disposizioni impartite dalla stessa Corte Suprema sono gli elementi portanti del ricorso, che sarà lo stesso presidente della Corte Suprema indiana, P. Sathasivam ad esaminare a partire da lunedì. La settimana si prospetta decisiva. Si dice «relativamente ottimista» il vice presidente della Commissione Ue, Antonio Tajani, che  ha di recente sollecitato un intervento di Bruxelles per scongiurare il rischio che i due marò venissero condannati a morte, in particolare prospettando una possibile interruzione delle trattative per gli accordi di libero scambio che l’Ue ha in corso con l’India. Rispondendo alla domanda se avesse rimandato in India i marò, se all’epoca fosse stato al posto dell’allora ministro Giulio Terzi, Tajani si è limitato a rispondere: «Probabilmente ha ragione il ministro Terzi che non voleva rimandarli indietro, soprattutto perché la vicenda si stava svolgendo in un clima di totale incertezza». Un tema rilanciato dal ministro della Difesa, Mario Mauro intervistato a Radio Anch’io: «È primario, come ho detto anche ai nostri interlocutori americani nella mia recente visita a Washington, far capire che l’Italia non potrebbe continuare a dare il contributo enorme che dà nelle missioni internazionali, se non c’è certezza del diritto per coloro che operano per difendere la pace». Rispondendo poi a una domanda sulle iniziative di protesta a Milano lanciate da FdI e accolte dal sindaco e dal presidente della Regione circa la “diserzione” del ricevimentola settimana prossima per la giornata della Repubblica dell’India, il ministro ha risposto sì: «Tutto ciò che fa capire al mondo, non solo all’India, quanto per l’Italia è importante e imprescindibile vicenda dei due Marò, è utile». Intanto l’inviato del governo italiano Staffan de Mistura, è partito da New Delhi diretto a Roma, dove avrà consultazioni a livello governativo e parlamentare e quindi riferirà sulla sua missione davanti alla Commissioni per i diritti umani, Esteri e Difesa del Parlamento.

 

 

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