Perché a Berlusconi conviene un bipolarismo rinnovato

25 Gen 2014 14:23 - di Oreste Martino

Agli italiani piace la legge elettorale venuta fuori dal patto tra Renzi e Belusconi. Secondo quanto rilevato dall’Ipsos di Pagnoncelli il sessanta per cento degli elettori la promuove, ma quel che colpisce è che la metà degli intervistati vorrebbe un bipartitismo all’americana, con soli due soggetti in campo.

La vera sfida che sta dietro alle schermaglie sul testo delle regole elettorali è proprio su questo tema. Il gioco degli sbarramenti dentro e fuori le coalizioni, del premio di governabilità e della soglia minima per ottenerlo possono portare verso due direzioni molto diverse tra loro. Se il premio va alla coalizione che più si allarga la direzione sarà il bipolarismo, se invece le soglie taglieranno le unghie ai partiti minori si andrà verso il bipartitismo.

E su questo potrebbero dividersi le strade del segretario Pd e del Cavaliere. Il primo può avere benefici dal sistema con due partiti, mentre Berlusconi sembra non aver capito che a lui convengono due coalizioni. Il Pd ha funzionato meno peggio del Pdl e col tempo assorbirà anche Sel di Vendola. Oggi il governatore della Puglia lo lascia intendere per poi negarlo, ma è evidente che la via intrapresa è quella del partito unico del centrosinistra. A quel punto Renzi avrà tutto l’interesse a punire i piccoli partiti, mentre Berlusconi dovrebbe fare il contrario. La posizione del Cavaliere e del fido Verdini contro gli alleati è un riflesso pavloviano dopo le reiterate scissioni subite e certamente sbagliano a danneggiare gli alleati, senza i quali Forza Italia non potrebbe mai vincere. Se Renzi si inchioda attorno al suo partito i voti che prenderà saranno sempre e solo quelli del Pd, mentre il Cavaliere valorizzando gli alleati può recuperare molti voti alternativi alla sinistra ma non più berlusconiani. Voti a destra con Fratelli d’Italia che si allarga e costruisce la nuova Alleanza Nazionale, voti al centro recuperando un rapporto da alleati con Mauro e Casini, nonché voti di elettori berlusconiani ma non più forzaitalioti che il Nuovo Centrodestra di Alfano può sottrarre all’astensionismo o ad uno sbandamento verso Renzi.

Concludendo Renzi vince con il bipartitismo, mentre Berlusconi può vincere solo con il bipolarismo e una rinnovata coalizione. Ecco perché è incomprensibile la battaglia di Forza Italia contro gli alleati. Le annessioni portano solo una parte dei voti, mentre le alleanze li sommano e possono anche moltiplicarli. Il rischio è che per contrasti personali tra colonnelli attuali e passati del Cavaliere il centrodestra faccia una scelta che alla fine favorirebbe la sinistra.

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