Renzi in tv è un clamoroso flop. L’intervista-tappetino dalla Bignardi fa meno ascolti di “Quarto grado”
Forse le sensitive in azione per cercare Roberta Ragusa potrebbero tornare utili anche a Matteo Renzi per cercare in Parlamento i voti necessari a una legge elettorale condivisa col Cavaliere, ma per ora i suoi “numeri”, quelli televisivi, sono tutt’altro che esaltanti. Ieri sera gli italiani hanno preferito seguire sul piccolo schermo il mistero della donna toscana scomparsa misteriosamente dalla casa dove viveva col marito (che ora vive con l’amante) piuttosto che lasciarsi intrigare dall’enigma-Renzi, alla vigilia dell’incontro che il sindaco toscano si preparava a fare con Berlusconi.
I dati di ascolto parlano chiaro: “Quarto Grado”, il programma di Gianluigi Nuzzi, in prima serata su Rete 4, ha stracciato il concorrente de La Sette, “Le invasioni Barbariche” di Daria Bignardi, che ieri aveva come piatto forte proprio l’intervista al rottamatore fiorentino, oltre che a Fabio Volo, al noto cantante Mika e all’icona della sinistra Dario Fo. In un clima mai così zuccherino, Daria Bignardi – ribattezzata dalla rete Fabia Fazia – ha omaggiato con sorrisi, frecciatine benevoli ed espressioni di soave ilarità il nuovo leader del Pd che conduce la sua battaglia per segare Letta e tornare subito alle urne. Una battaglia portata avanti con l’evidente sostegno de La Sette, su cui Renzi impazza da mesi, a ogni occasione, forte del grande feeling con l’ex europarlamentare del Pd Lilli Gruber e con l’imparzialissimo Enrico Mentana. Dopo la prematura scomparsa politica di Mario Monti e del suo Empy, il cagnolino che Daria gli fece scivolare sulle ginocchia, dando al prof il colpo di grazia alle sue già fragili prospettive elettorali, ieri sera la Bignardi s’è cimentata col giovane Matteo, ma anche sul “regalino” ha tenuto un profilo prudente: un bel computer con cui Renzi “potrà scrivere il programma di governo dell’Italia”. Che trappola, che provocazione insidiosa, che sottile tentativo di incastrarlo alle sue responsabilità…
Ecco perché, forse, la gente s’è stufata e ha cambiato canale per dedicarsi agli scomparsi: 1.726.000 telespettatori per uno share del 7,35% si sono goduti “Quarto grado”, solo 1.268.000 di loro ha assaporato l’intervista “barbarica”, si fa per dire, della Bignardi al leader del Pd, con uno share del 5,59% per le “Invasioni”. Che solo un anno fa chiudeva i battenti con uno share medio del 6,55 e un bacino di telespettatori mai inferiore al milione e quattrocentomila, perfino quando in studio, anche allora, c’era l’immancabile Renzi.