Roma, auto pirata uccide una donna all’alba: il cadavere trovato dopo un’ora e mezza
Roma città aperta alla micro-criminalità dilagante: ma non ci sono cassandre in giro per le strade a urlare allo scandalo sicurezza, o a invocare misure e contro- misure all’amministrazione capitolina. Nel frattempo, solo nella notte appena trascorsa, si è registrata l’ennesima impennata di violenza gratuita e di brutalità.
Sì, perché l’orrore di quanto accaduto in due punti diversi della capitale stanotte, è ingiustificabile: una donna italiana di 56 anni è stata travolta, e letteralmente fatta a pezzi, da un’auto pirata, e cosa ancor più sconcertante, dai primi accertamenti si è evinto che il suo corpo straziato sarebbe rimasto in strada senza che nessuno lo segnalasse per almeno un’ora e mezza.
Nel frattempo, poco lontano dal luogo dell’incidente (e del mancato soccorso), nei pressi della stazione Termini, due ragazze nigeriane, di 25 anni, in attesa dell’autobus in piazza dei Cinquecento, venivano selvaggiamente picchiate da due romeni che volevano rapinarle delle borse. Due esempi, e sono solo gli ultimi in ordine di tempo, di come la città si stia trasformando, ogni giorno di più, in un campo minato, circondato dall’indifferenza di chi, anestetizzato dalla quotidianità della violenza, ha smesso di ritenere di dover intervenire.
Non è un caso, allora, che il bollettino dei fatti criminosi di oggi registri particolari raccapriccianti dell’investimento della cinquantaseienne italiana, uccisa all’alba da un’auto pirata, in via delle Vigne Nuove, nella periferia nord della Capitale. I primi rilievi svolti dai vigili urbani del II e III gruppo, raccontano che ad accorgersi del cadavere martoriato in strada solo verso le 6 del mattino – mentre l’incidente dovrebbe risalire almeno a un paio di ore prima – è stato un autista dell’Atac che ha telefonato al 112. Ma ad ora, di più, non è dato sapere, se non che, grazie al ritrovamento di frammenti di un fanale, i vigili urbani hanno già identificato il tipo di auto che ha investito la vittima e che, al momento, si starebbe contestualmente al lavoro per esaminare i filmati delle telecamere della zona.
E mentre quella donna moriva sull’asfalto, a poca distanza da lì, nei pressi della stazione Termini di Roma, due ragazze nigeriane venivano aggredite da due uomini dell’Est, pesantemente armati. L’aggressione è stata molto violenta: una delle vittime è stata sbattuta con la testa contro un palo, e l’altra malmenata con pugni all’addome che l’hanno lasciata sfinita a terra. L’arrivo improvviso dei carabinieri ha fatto desistere gli aggressori che, alla vista della pattuglia, si sono dati alla fuga, prontamente bloccati ed ammanettati dopo un inseguimento a piedi. Le vittime, trasportate in ospedale, sono state medicate e guariranno in sei giorni. In particolare, però, ad una di loro sono state riscontrate ferite procurate con un «tirapugni di ferro» che i carabinieri hanno sequestrato ad uno degli arrestati. Ma non è ancora tutto: e tanto per aggiungere al danno la beffa, si è saputo che i due aggressori erano già conosciuti alle forze dell’ordine.
Questo il rapporto della notte appena trascorsa: scene di ordinaria criminalità che stringe nella sua morsa la capitale, nel silenzio amministrativo del sindaco Marino. Una città, Roma, che invece ogni giorno lancia grida di allarme, denunciando nei fatti l’insicurezza di un tessuto urbano slabrato e minaccioso, in ostaggio – dalle periferie al centro – della criminalità organizzata e della criminosità clandestina, che avverte urgentemente il bisogno di una presenza capillare operativa e rassicurante, più che di nuove mappe di percorribilità stradale.