Terra dei Fuochi, la denuncia dell’eurodeputato Rivellini: «Dove sono finiti i 400mila euro per gli screening sanitari?»
«La Terra dei Fuochi? Tutti sapevano e nessuno ha fatto nulla». Duro j’accuse dell’eurodeputato azzurro Enzo Rivellini sui roghi dei rifiuti che da tempo avvelenano la popolazione a ridosso tra le province di Napoli e Caserta. «Con gli esposti alla procura, alla Corte dei Conti, al ministro Lorenzin e al governatore Caldoro cercherò di chiarire l’oscura vicenda della Terra dei Fuochi anche per evitare che dopo l’affare rifiuti, che ha arricchito tanti e beffato tutti i cittadini campani, la stessa cosa accada con l’affare bonifiche». Nel 2004, spiega Rivellini, nell’ambito del progetto Pon Sicurezza il ministero dell’Interno ha radiografato con il sistema Mivis il territorio del Sud Italia da un’altezza di 2500 metri con una spesa di circa 50 milioni di euro. Poi, nel 2007 nell’ambito del progetto Lara è stato fotografato da 1500 metri il territorio dei Regi Lagni (praticamente la Terra dei Fuochi). Queste radiografie rilevano con colorazioni differenti le anomalie del sottosuolo, quindi già dieci anni fa si potevano «confrontare le dichiarazioni dei pentiti, le risultanze delle commissioni parlamentari d’inchiesta e identificare i luoghi dove erano stati sversati rifiuti tossici, procedendo alle bonifiche ed evitando di costruire in quei luoghi scuole, case e ospedali». Non solo, Rivellini ricorda che ci furono anche «colpevoli omissioni per lo screening sanitario». Già dal 2007 l’eurodeputato (che all’epoca era consigliere regionale) presentò col collega Polverino, un’interrogazione con la quale chiedeva quali fossero le iniziative dell’assessorato alla Sanità per salvaguardare la salute dei cittadini della Terra dei Fuochi. L’assessore di Bassolino, Angelo Montemarano del Pd, rispose che sarebbe stato stato istituto un osservatorio regionale sulla Sicurezza alimentare («cosa effettivamente fatta ma che ad oggi non è dato sapere che risultati abbia raggiunto»); avrebbero migliorato i sistemi informatici esistenti («ad oggi praticamente inesistenti»); sarebbe stato attivato il Registro regionale dei tumori («non è stato ancora istituito tranne che per occasionali iniziative di alcune Asl della Campania»); e infine avrebbero attuato la definizione di un sistema sorveglianza ambiente-salute («a oggi inesistente»). Rivelli puntualizza, inoltre, che dopo un un suo pressing «l’allora Asl di Napoli 2 deliberò l’affidamento all’Istituto Negri di Milano un primo screening per sole 50 puerpere, vista la carenza di risorse disponibile». Erano, infatti, stati stanziati appena 75mila euro. E successivamente nel 2008 furono approvati in sede di approvazione del bilancio ben 400mila euro per le Asl di Napoli 2 e Napoli 4 per lo screening sanitario gratuito delle popolazioni della Terra dei Fuochi. Da allora sono passati ben cinque anni. E Rivellini a corto di notizie ufficiali torna sulla vicenda chiedendo che fine abbiano fatto quei 400mila euro stanziati dalla Regione Campania. L’eurodeputato non risparmia critiche neanche al ministro Lorenzin: «Non continui a prenderci in giro affermando che le malattie tumorali dipendono da scorretti stile di vita o dichiarando di darci 75 milioni di euro». «Non si spendano – conclude Rivellini – ulteriori somme per indagini che già esistono ma solo per lo screening sanitario gratuito e per una corretta pubblicità dei prodotti agro-alimentari campani che sono di qualità e garantiti, per aiutare gli imprenditori della Campania che stanno subendo danni enormi, magari con esenzioni da tasse regionali e nazionali».