
Traffico dei rifiuti: arrestati il patron di Malagrotta Manlio Cerroni e altri sei. Il M5S: Zingaretti si dimetta
Cronaca - di Redazione - 9 Gennaio 2014 - AGGIORNATO 9 Gennaio 2014 alle 11:53
Sette persone sono state arrestate dai carabinieri del Noe di Roma nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione dei rifiuti del Lazio. Tra queste, il proprietario dell’area della discarica di Malagrotta, Manlio Cerroni, e l’ex presidente della Regione Lazio Bruno Landi. Le accuse sono di associazione a delinquere finalizzata al traffico di rifiuti. Gli altri arrestati sono Luca Fegatelli, fino al 2010 a capo della Direzione regionale Energia, il manager Francesco Rando, l’imprenditore Piero Giovi, inoltre Raniero De Filippis e Pino Sicignano. Le indagini sono state condotte dai militari del Noe (Nucleo operativo ecologico) diretti dal colonnello Sergio De Caprio, anche noto come ‘Ultimo’ (che nel 1993 catturò Totò Riina), e coordinati dal capitano Pietro Rajola Pescarini.
Manlio Cerroni ha 87 anni ed è il proprietario del Co.La.Ri, il consorzio che gestisce da più di trent’anni la discarica di Malagrotta, la più grande d’Europa, dove va a finire l’immondizia di Roma, Fiumicino e Ciampino. Con lui hanno avuto a che fare tutte le amministrazioni che si sono susseguiti alla guida del Campidoglio, ma è stato con la giunta Alemanno che si è cominciato a discutere del superamento di Malagrotta. Alle frizioni con i politici si sono aggiunti i numerosi filoni d’indagine aperti dalla magistratura che riguardano non solo la gestione di Malagrotta ma anche i lavori per una nuova discarica a Monti dell’Ortaccio.
Uno degli arrestati, Raniero De Filippis, già condannato per danno erariale, è stato nominato dal presidente del Lazio Zingaretti alla direzione regionale di “Infrastrutture e ambiente”. Un caso sottolineato dal M5S che chiede, in seguito agli arresti, le dimissioni del presidente della Regione.
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