Berlusconi annuncia un’opposizione dialogante e rilancia sulla legge elettorale
Per un attimo intorno a mezzogiorno il pirotecnico Beppe Grillo, reduce dal comizio-show davanti all’Ariston, ruba la scena a Berlusconi quando si diffonde la notizia (poi smentita dall’ufficio stampa del Pd) che Matteo Renzi avrebbe rifiutato la diretta streaming della consultazione con la delegazione Cinquestelle, che poi si terrà con esito disastroso. Renzi fa la stessa concessione di Bersani quando ricevette l’incarico (poi fallito) di trovare la maggioranza per un esecutivo mai nato. Fuori dal palazzo intanto un nugolo di giornalisti e decine di fotografi aspettano l’uscita del Cavaliere (che ha aperto il secondo giorno di consultazioni con Renzi) dalla porta d’ingresso dei gruppi parlamentari per una foto che vale oro. Novanta minuti di faccia a faccia tra l’ex premier e il premier incaricato, tanto è durato il colloquio con il leader di Forza Italia che annuncia un’opposizione costruttiva e rilancia sulle riforme. Dialogo sì, appoggio no. «Sui singoli provvedimenti, se li riterremo favorevoli al Paese diremo sì, altrimenti no, se non sono per gli interessi degli italiani». Nessuna novità sulla rotta di Forza Italia, se non per il tono paterno che Berlusconi sfodera nei confronti del giovane Matteo, 39 anni anni e tante cose da imparare («L’ho rassicurato sul semestre europeo…»). Nel nome della governabilità, prima parola scandita nelle dichiarazioni alla stampa nella sala Aldo Moro, l’ex premier punta a un ruolo di baricentro negli equilibri politici dopo la resurrezione garantita dall’intesa con Renzi sull’Italicum. Un accordo che definisce «sofferto» e illuminato, «noi abbiamo aderito a delle richieste, quelle ad esempio sugli sbarramenti, che sono scesi a dei livelli che noi pensavamo non dovessero essere così bassi», dice rilanciando i punti chiave dell’agenda forzista: presidenzialismo, riforma della giustizia e modifica della Consulta (in mano alla sinistra), abolizione del Senato. Berlusconi conferma di non avere nessuna intenzione di dedicarsi ai nipotini e lasciare alle nuove leve il partito. Da grande comunicatore regala una perla ai cronisti passando compiaciuto sotto il quadro che ritrae Napoleone. Ma la carica innovatrice di Renzi non sembra essere percepita dall’opinione pubblica, almeno a giudicare dai commenti dei passanti “sequestrati” dalle forze dell’ordine davanti alla sede dei gruppi parlamentari. «Basta fateci passare, qua non cambia mai niente. Stiamo ancora alle prese con i soliti nomi, Bersani, Prodi, Berlusconi… Pure Renzi, tutti uguali».