Berlusconi: «Contro di noi un golpe. Toghe e Pd parteciparono a un vertice per eliminarmi»
«Quello che è successo nel 2011 è stato un vero e proprio colpo di Stato. È un colpo di Stato quando un governo eletto dai cittadini viene sostituito da un altro governo che i cittadini nemmeno conoscono, senza passare da altre elezioni». Silvio Berlusconi, ad Arborea per la chiusura della campagna elettorale in Sardegna, ripercorre le pagine più oscure degli ultimi anni, pagine che hanno il sapore di un giallo con il finale ancora tutto da scoprire, anche se ci sono i primi identikit dei colpevoli. «Nel 2011 Napolitano mi chiamò al Quirinale e mi fece un ragionamento molto duro e mi disse: “Per il bene del paese conviene che vi dimettiate perché le Camere non vi hanno ancora sfiduciato” ma, tra le righe, mi disse: “dovete temere qualche altra emorragia dal vostri gruppo”. Noi riunimmo il Consiglio dei ministri e dimettemmo», ha proseguito Berlusconi. «Abbiamo scoperto in questi giorni che già dal mese di giugno il Capo dello Stato riceveva più volte al Quirinale il professor Monti e che Passera stendeva su sua richiesta un programma economico. Era successo che, essendo andata male la manovra del 2010, si perseverò nel volerci far fuori e ci si riuscì nel 2011. E allora – ha ribadito il Cavaliere – fu colpo di Stato ed era il terzo mosso dalla sinistra».
«Ho avuto da più parti notizie di un vertice tra la più alta carica dello Stato, i vertici dell’Anm e del Partito democratico. Si sono detti, sconsolati: se non facciamo qualcosa di serio questo qui non ce lo togliamo dai piedi e rivince anche le prossime elezioni. E allora è iniziata una strategia di distruzione», ha poi raccontato Berlusconi. «Sono l’ultimo presidente del consiglio che è stato eletto dal popolo. Un sondaggio mi dava al 75,3% di consensi, allora magistratura e Pd si sono riuniti per escogitare come farmi fuori».