Dietrofront di Monti su Berlusconi: «Il Cavaliere? Ha avuto grandi meriti»
Dopo ventiquattro ore Mario Monti cambia idea. Solo ieri le dichiarazioni al vetriolo rilasciate in un’intervista a RaiNews24 tradivano un risentimento antagonistico e un’avversione politica non ancora superati, mentre oggi, a distanza di solo un giorno, interpellato dal settimanale francese Le Point, cambia decisamente registro nei confronti del Cavaliere, come del suo operato. Così, se ieri aveva da ridire sul fatto che Renzi avesse lavorato alla riforma delle legge elettorale prendendo «come interlocutore qualcuno che rispetto molto – spiegava il leader di Scelta Civica – ma che è un autore di frodi fiscali condannato all’ultimo grado», oggi Monti riconosce al nemico l’onore delle armi e il valore governativo dimostrato sul campo. Tanto da arrivare a riconoscere dalle colonne del periodico francese, come sia un «errore annunciare il declino politico di Berlusconi» dato che, a detta del Professore evidentemente colto in un momento di appassionato revisionismo, il Cavaliere «ha avuto grandi meriti. Entrando in politica nel 1994, ha impedito la vittoria di un partito che non si chiamava più “partito comunista” ma era arcaico. Ha spezzato, con i suoi considerevoli mezzi nell’editoria, il monopolio culturale della sinistra. Fu una svolta importante». Un riconoscimento, tardivo ma significativo, di una certa importanza, prontamente emendato però dall’ex premier che, nella stessa intervista, ha sentito il bisogno di ravvedersi, tanto da aggiungere la postilla negativa di rigore: «Ma poi Silvio Berlusconi non ha saputo riempire lo spazio politico che aveva creato con una cultura liberale moderna». Considerazione poco attendibile fatta da una personalità che, salita sul primo gradino del podio parlamentare, ha infierito economicamente con la proverbiale austerity che ha contraddistinto il suo governo tecnocratico, anche con il taglio ai fondi destinati alla cultura. Ma tant’è: scordammoce o’ passato, simmo politici paisà… Politici capaci di tutto, e quindi anche di auto-celebrarsi al di fuori degli obblighi di una campagna elettorale. Così, nell’intervista al giornale francese, Monti arriva persino a difendere la sua discesa in campo con Scelta Civica, che – tra debacle elettorale, defezioni successive e sconfessioni mediatiche – ha sortito gli esiti oggi sotto gli occhi di tutti. Eppure, «tre milioni di italiani hanno votato per noi – dichiara Monti – mentre io avevo chiesto loro sacrifici senza fare alcuna promessa elettorale. È stato molto o poco? Ognuno giudichi», sentenzia l’ex presidente del consiglio su Le Point. «Scelta Civica ha preso in maggioranza i suoi voti al centrodestra – prosegue Monti – privando Berlusconi di una vittoria. Senza di noi, Berlusconi sarebbe diventato presidente della Repubblica. L’ha dichiarato anche lui». Delirio di onnipotenza o semplicemente senso di smarrimento: una condizione in cui l’assist lanciato da Renzi a Berlusconi sulla riforma elettorale ha mandato non solo gli anti-politici grillini, ma anche gli esponenti di una politica più compassata…