Foibe, il giorno della memoria (e delle amnesie della sinistra). A Roma imbrattato il monumento ai caduti
Una giornata per ricordare. Una giornata per mantenere viva la memoria di una ferita che riguarda tutti gli italiani. Con la cerimonia presso Foiba di Baisovizza sull’altopiano carsico è iniziata la commemorazione di un «tragedia che fa parte della storia d’Italia», come ha detto il sindaco di Trieste, Roberto Cosolini. Nel corso della cerimonia i parenti delle vittime delle foibe hanno letto alcune poesie e ricordi della tragedia, mettendo in evidenza per quanto tempo l’Italia non abbia voluto guardare in faccia la dura verità. Tra le delegazioni di associazioni di esuli e di parenti delle vittime era presente anche un gruppo di studenti di Latina, accompagnati dal sindaco, Giovanni Di Giorgi, che hanno reso omaggio al monumento nazionale. Assieme al sindaco, la presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, la presidente della Provincia, Maria Teresa Bassa Poropat, il prefetto Francesca Adelaide Garufi e il firmatario della legge istitutiva del Giorno del Ricordo, Roberto Menia.
Eppure dopo dieci anni, neanche una legge dello Stato pare sia sufficiente a rompere la coltre di sufficienza e di indifferenza sull’infame destino di tanti italiani gettati nelle foibe e di migliaia di nostri esuli costretti dalla pulizia etnica dei partigiani jugoslavi a lasciare terre, case, tutto. Il tentativo di mettere la sordina a questa giornata – molte amministrazioni fanno il minimo indispensabile a riguardo – è durato fino a poco tempo fa. A Roma il sindaco Ignazio Marino dopo che per settimane aveva tentato di tenere un basso profilo sul valore della ricorrenza, ha deposto una corona per le vittime giuliano-dalmate all’Altare della Patria, accompagnato dagli assessori capitolini alla Scuola, alle Politiche Sociali, e dall’ l’ex primo cittadino della Capitale, Gianni Alemanno. Eppure non sono ancora lontane le polemiche sul “taglio” odioso apportato ai Viaggi della Memoria che hanno riguardato l’attuale inquilino del Campidoglio, dopo un lavoro meticoloso svolto nelle scuole nei cinque anni precedenti per sensibilizzare su queste pagine di storia strappate ad arte. La rabbia che ha ingenerato deve averlo indotto a più miti consigli, se poi il sindaco ha in fretta e furia organizzato un dibattito “riparatore” sulle foibe, nel pomeriggio alla Sala della Protomoteca, alla presenza dei rappresentati degli esuli.
Proprio stamattina Roma ha inaugurato nel modo peggiore il giorno della memoria con un atto di negazionismo e vandalismo, naturalmente stigmatizzato a tutti i livelli: è stato imbrattato con vernice bianca il monumento in ricordo delle vittime delle foibe situato all’altezza della metro Laurentina. Una ferita per la presidente dell’associazione Venezia Giulia-Dalmazia di Roma, Donatella Schurzel, che si stava recando a Palazzo Madama per la celebrazione. «Venendo qui al Senato abbiamo visto il monumento e il cippo carsico in memoria ai caduti di tutte le guerre imbrattati di vernice, con manifestini a terra contro l’“italianità” scritti in croato». «Non possiamo dimenticare e cancellare nulla; non le sofferenze inflitte alle minoranze negli anni del fascismo e della guerra, né quelle inflitte a migliaia e migliaia di italiani. Questa Cerimonia si pone in assoluta continuità con le precedenti, celebrate al Quirinale dal Presidente Napolitano, che ha fatto di questo giorno non una commemorazione rituale ma un momento fondamentale di espressione dell’identità e dell’unità nazionale»: sono state le parole del presidente del Senato Pietro Grasso, che si è rivolto in special modo ai giovani «verso i quali abbiamo il compito di trasmettere la conoscenza della storia, seppur a tratti disumana e terrificante, affinché mantengano la memoria facendosi loro stessi testimoni».
Ma queste parole avranno un senso, solo se la memoria sarà coltivata non a intermittenza. Cè stato un momento, qualche anno fa, di grande partecipazione, con la Rai che trasmise una toccante fiction sulle foibe, poi con un tema dato per l prima volta alla maturità su questa pagina dolorosa, poi con i Viaggi della memoria. Oggi non è così, se persino su Magazzino 18, lo spettacolo coraggioso di Cristicchi – un artista notoriamente di sinistra – è andata in scena l’ipocrisia: prima proposto in prima serata Rai, poi cancellato, quindi, dopo le proteste, riammesso in seconda. Saremo maliziosi, ma certo non sfugge che da quando il centrodestra non è al governo, gran parte dell’opera di sensibilizzazione svolta in ambito storico sia svaporata nell’indifferenza, sia con i tecnici che con le larghe intese. Stasera finalmente “Magazzino 18” andrà in onda su Raiuno alle 23.50, preceduto dalla puntata di “Porta a porta” con ospite lo stesso Cristicchi. Basterà a riaccendere la luce su eventi oscurati per settant’anni?