Governo sull’orlo di una crisi di nervi: Renzi si sfila dal rimpasto, Alfano dice “no a un governicchio”
Continua l’accerchiamento sul governo. La settimana che si è aperta sarà cruciale per le sorti dell’esecutivo guidato da Enrico Letta. Sul tappeto ci sono contratto di coalizione, rimpasto e legge elettorale. Ma da Renzi e Alfano continuano ad arrivare messaggi chiari che spingono il governo verso un cambio di passo. «Non dirò mai che voglio posti per ministri o sottosegretari, non farò nessuna lista della spesa», ha ribadito anche oggi il segretario del Pd nel chiudere ancora una volta all’ipotesi di staffetta nel governo. Intervistato da Agora su Rai3 ha puntualizzato che «nessuno di noi ha chiesto di prendere il governo, io dico: è stato preso un impegno di diciotto mesi per fare certe cose e Letta ha detto che ci farà sapere cosa intende fare. Il presidente del Consiglio ha oneri e onori, a lui il compito di dire cosa ha funzionato e cosa no». Renzi è ritornato a parlare anche della legge elettorale: «È giusto farla». Così, ha detto, «come intervenire per rilanciare gli investimenti sul lavoro e su altre riforme, spero che in Parlamento siano consapevoli che ciò serve anche a ridare credibilità alla politica». Al riguardo Renzi ha ricordato che il suo foglio excell è sempre pronto. Se l’ala renziana attende dunque una mossa di Letta, anche la minoranza Pd chiede al premier di smuovere le acque. In questo caso però le subordinate si riducono a due: escluso il ricorso a elezioni, Gianni Cuperlo vorrebbe un Letta bis; e nel caso in cui non sia possibile ha chiarito domenica, «il segretario del principale partito che sostiene questo governo faccia una proposta alternativa e noi saremo responsabili». Esattamente l’opzione che più sembra spaventare Renzi, che appunto è tornato a prendere le distanze dall’ipotesi di entrare a Palazzo Chigi senza passare per il verdetto degli elettori. Contrario anche il Nuovo centrodestra. Alfano, vicepremier e leader di Ncd, in un’intervista a Repubblica ha detto chiaro e tondo: «Non ci stiamo a un governicchio che ogni giorno rischia di scivolare su un incidente perché sostenuto da una maggioranza che non ci crede fino in fondo. La mia idea è che serva una vera ripartenza, temo che qualche ritocco non basti». Quanto a Matteo Renzi, ha sottolineato: «Sulle sue spalle grava in queste ore una grande responsabilità: è lui il segretario del Pd e questo è un governo a guida democratica. Quindi è evidente che tocca a Renzi fare delle scelte ed è inevitabile che le sorti del governo si giochino nel rapporto tra lui e Letta». Tuttavia, ha precisato Alfano, «non condividiamo l’idea di Renzi che il governo abbia fatto fin qui poco. No, ha fatto il meglio possibile nelle condizioni date». Ma, ha proseguito, «non possiamo accettare che si dia vita a un tirare a campare». Letta, dal canto suo, prende tempo. Il premier ieri ha lavorato sul dossier Impegno 2014 e lo stesso farà oggi con l’intenzione di essere pronto a incontrare il Capo dello Stato il primo momento utile a partire da martedì. Colloquio durante il quale anche il tema della squadra di governo sarà affrontato. Se comunque il lavoro su Impegno 2014 è quasi terminato, il dossier sulla riorganizzazione della squadra di governo è invece aperto. La via più semplice, e che non richiede particolari passaggi, sarebbe quella del minirimpasto attraverso innesti che vadano a ricoprire le caselle rimaste vuote; altro ragionamento occorrerebbe fare invece nel caso in cui si decidesse di procedere a un rimpasto vero e proprio. Il tema sarà comunque, come è naturale, oggetto dell’incontro con il Colle.