Grillo choc: «Che faresti in macchina con la Boldrini?». I suoi si scatenano, ma sono già riserva di caccia…
Chi si è stupito per l’invito rivolto da Grillo ai suoi affinché questi siano meno focosi ha trovato subito risposta: a dare di matto ci pensa lui. Bastano e avanzano le sue provocazioni, se le vogliamo chiamare così. Perché la domanda contenuta sul suo profilo Facebook a corredo di un video sulla Boldrini girato da un militante pentastellato è solo un gradino al di sotto l’istigazione criminale: «Cosa faresti in macchina con Laura?». Vi risparmiamo il tenore dei commenti degli utenti. Ma sono facilmente intuibili. Il “popolo” a 5 stelle ha dato il peggio di sé (i commenti sono stati poi cancellati e lo staff del M5S ha preso le distanze dagli insulti sessisti). Il timore di finire ai margini dell’agone politico, dopo l’accordo tra Renzi e Berlusconi sulla riforma elettorale, porta il comico genovese ad alzare sempre di più l’asticella. La politica ridotta a ring continua a essere la sua arma migliore. E allora non c’è limite all’indecenza. Evidentemente, Grillo non teme l’effetto stanchezza sul suo elettorato. In fondo, con buona pace agli annunci di un’imminente ripresa economica, l’esasperazione sociale non si placa.
Ma intanto i suoi avversari (il Sindaco e il Cav su tutti) affilano le armi, pronti a lanciarsi nella caccia grossa all’elettorato a 5 stelle. È ad esempio una vera e propria dichiarazione di guerra quella lanciata da Berlusconi durante la manifestazione forzista di Cagliari: «In questo momento in Italia c’è un 40/42% tra indecisi e chi non voterebbe, e un 20% di votanti dei 5 Stelle delusi. Noi dobbiamo conquistare questo 60%, cioè 24 milioni di italiani che non hanno ancora deciso chi votare». Quando si riferisce agli umori dell’elettorato, il Cav non parla mai a caso: le sue affermazioni, esagerate o meno che siano, trovano sempre fondamento nei “rapporti” della fidata Ghisleri: «Abbiamo fatto un sondaggio scoprendo che il 70% di chi ha votato Grillo non è affezionato al simbolo e la maggioranza è delusa dal comportamento del M5S». Lo stesso ragionamento lo può fare legittimamente anche Renzi. Le rilevazioni pubblicate in questi giorni sembrano del resto dare ragione ai leader dei maggiori partiti. Pd e FI salgono, mentre il M5S arretra, ancorché si tratti ancora di spostamenti minimi. Una cosa è però certa: il cambiamento della legge elettorale non basta, da solo, a far riavvicinare i cittadini delusi alla politica. Occorrono anche serie e sollecite riforme economico–sociali. Gli italiani non possono campare a pane e Italicum.