Il crollo del Festival di Sanremo ci costa un occhio della testa. E Fabio Fazio se la ride…
Marino celebra Arisa invitandola in Campidoglio, Viale Mazzini mette il silenziatore ai dati di ascolto delle cinque serate del Festival di Sanremo, Fabio Fazio e la Littizzetto si rituffano in Che tempo che fa facendo finta che non sia successo nulla. Inutile, la kermesse sanremese è stata un fallimento. È andata male, dalle canzoni destinate a vendere poco quanto niente ai conduttori che non hanno bucato il video. Sotto accusa i dirigenti Rai che li hanno indicati, senza tenere conto che sul web prendeva sempre più corpo l’idea del boicottaggio in caso di conferma della coppia Fazio-Littizzetto. Compensi astronomici per risultati deludenti. Il tutto mentre in tv va in onda lo slogan che ricorda agli italiani di pagare il canone. Per chi non ha gradito lo spettacolo festivaliero è una sorta di taglieggiamento da una parte e di spesa a gogò dall’altra di cui Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia, chiede conto ai vertici della Rai. Il parlamentare, con un’interrogazione presentata in commissione di Vigilanza, sollecita la «quantificazione del danno derivante dai catastrofici ascolti del Festival che ha inciso in modo evidente sulla diminuzione del valore degli spazi pubblicitari inseriti nell’ambito della trasmissione che molti organi di informazione quantificano in milioni di euro». Gasparri domanda anche «se siano previsti, e per quale cifra, eventuali spot pubblicitari compensativi per gli inserzionisti a cui sono stati venduti spazi che hanno avuto un valore più basso di quello preventivato e quali siano, ad avviso dell’azienda, le cause di questo fallimento che così pesantemente si ripercuote sui bilanci della Rai».