«Il festival di Sanremo costa troppo». Lo dice anche la Corte dei Conti
La Rai adotti «un rigoroso piano di razionalizzazione e contenimento dei costi», compresi quelli di produzione, che impongono una «sostanziale riduzione», «in particolare per quelli riconducibili al festival di Sanremo, alle fiction e alla programmazione finanziata con fondi diversi da quelli derivanti dal canone» e attivi «ogni misura organizzativa, di processo e gestionale, idonea ad eliminare inefficienze e sprechi». In termini molto duri la Corte di Conti bacchetta la Rai nella Relazione sul controllo sulla gestione finanziaria dell’azienda per il biennio 2011-2012, richiamando tra l’altro la necessità di misure efficaci per contrastare l’evasione dal pagamento del canone. Nel 2011, ricorda la Corte, «la capogruppo ha chiuso il bilancio con un utile di 39,3 milioni di euro, mentre nell’esercizio 2012 con una perdita di 245,7 milioni di euro». Nel biennio «si è registrato lo sbilancio negativo tra ricavi e costi della produzione, nella misura di 23,3 milioni di euro (2011) e di 215 milioni di euro (2012), segnale preoccupante per la situazione economico-patrimoniale e finanziaria» della Rai. Sul fronte dei ricavi, l’introito da canone «ha rappresentato circa il 60,5% (il 68% nel 2012) del totale delle entrate aziendali, contro circa il 31,3% (26% nel 2012) della pubblicità e circa l’8,2 % (il 6% nel 2012) degli altri ricavi». L’entrata da canone «è rimasta notevolmente compromessa dalle crescenti dimensioni dell’evasione, stimata nel biennio nell’ordine del 27% circa, superiore per quasi 19 punti percentuali rispetto alla media europea». In flessione anche il ricavo da pubblicità, che «si è attestato in 965 milioni di euro nel 2011 e in 745,3 milioni» nel 2012. Per quanto riguarda i costi operativi – pur scontando l’assenza, come in ogni esercizio dispari, di quelli per i grandi eventi sportivi – «nel 2011 si è registrata una diminuzione del 5,9%; nell’anno successivo, peraltro detti oneri si sono incrementati di 18,1 milioni di euro». Il costo del personale, «cresciuto nel 2011 del 2,7%, si è ulteriormente incrementato nel 2012 anche in ragione di un accantonamento di 62 milioni» per il piano di esodo agevolato. Quanto ai costi di produzione, è il monito della Corte, «appare indispensabile una loro sostanziale riduzione, in particolare per quelli riconducibili al festival di Sanremo, alle fiction e alla programmazione finanziata con fondi diversi da quelli derivanti dal canone». Proprio il Festival di Sanremo è la pietra dello scandalo: questa edizione costerà complessivamente 18 milioni di euro. Di questi, “appena” un milione andrà a Fazio e alla Littizzetto per la conduzione delle cinque serate. Tuttavia, il direttore di Raiuno, Giancarlo Leone assicura: «Non una lira dei soldi del canone verrà impiegata, dato che i ricavi sono tutti prodotti dalla pubblicità». Una spiegazione che non ha convinto la Corte dei Conti.