Il figliol prodigo Casini in ginocchio da Berlusconi e Alfano: «Purtroppo siamo evaporati…»

1 Feb 2014 12:17 - di

Il figliol prodigo torna a casa. Dopo anni di polemiche e cambi di rotta fa un passo indietro e ammette il fallimento dei suoi sogni centristi e del terzo polo. Pier Ferdinando Casini pur di salvare capre e cavoli non esita a fare ammenda e a criticare le scelte del passato che lo avevano portato a rompere con il centrodestra. «Io per costruire il centro ho rischiato, ho rotto con Berlusconi e sono passato all’opposizione. Poi ho combattuto accanto a Monti, mettendoci la faccia da solo, mentre Berlusconi e Bersani, che pure governavano con noi, si sono defilati. Ma la sera delle elezioni ci siamo accorti che il nostro terzo polo era evaporato. Anzi, l’aveva fatto Beppe Grillo». Intervistato da Repubblica, il leader dell’Udc dice addio al sogno centrista. «A noi moderati – spiega – spetta il compito di lavorare sullo schema del Ppe» con il Nuovo Centrodestra e Forza Italia. «Aveva senso pensare a un terzo polo di centro, e dunque dare battaglia contro uno sbarramento così drastico, quando ancora si poteva immaginare uno schema tedesco, con socialisti, democristiani e liberali. Oggi tuttavia la partita che stiamo giocando è un’altra, quella contro un populismo anti-europeo e anti-istituzionale, che mette a soqquadro il Parlamento e attacca in maniera dissennata il capo dello Stato», dice Casini, secondo cui «le forze responsabili – centrodestra e centrosinistra – sono chiamate a serrare le file». «Non servono a niente le battaglie di retroguardia. Al punto in cui siamo l’unico antidoto allo sfascismo è l’accordo fra Renzi e Berlusconi per fare la riforma elettorale, quella del Senato e del Titolo V», puntualizza ancora. Sulla legge elettorale annuncia che voterà «un emendamento sulle preferenze, penso che ci sia ancora spazio per migliorarla, ma vada come vada: meglio l’Italicum che continuare così». Dà un colpo al cerchio e uno alla botte tant’è che coccola Renzi: «Può sembrare uno smargiassone e io stesso non gli ho risparmiato critiche, ma non voglio mettergli i bastoni tra le ruote». Strizza un occhio al Ncd: la costruzione del Ppe italiano sarà «con Alfano ovviamente. Ma da Toti a Fitto, insieme a slogan del passato, ho sentito anche cose sensate». Quanto a Berlusconi, «le divaricazioni drammatiche che ci sono state non possono essere ricomposte con una battuta ma con un dibattito politico serio».

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